Medico di famiglia al lavoro con la caviglia rotta: «Non trovo sostituti»

Luca Gambino ha ricevuto 30 pazienti in ambulatorio: «Non c’era altro modo»

Giovedì 13 Luglio 2023 di Mauro Favaro
Luca Gambino

SPRESIANO - Si è fratturato la caviglia a causa di una caduta. Ma Luca Gambino, medico di famiglia di Spresiano, si è presentato comunque in ambulatorio per continuare a visitare i pazienti. «Non potevo fare diversamente: a causa della carenza di medici è stato impossibile trovare un sostituto – spiega il dottore 56enne – Ho contattato una ventina di colleghi, ma purtroppo nessuno era libero». Ieri nell’ambulatorio secondario di Lovadina, senza aria condizionata, sono arrivati oltre 30 pazienti. Gambino li ha accolti da seduto, con la gamba con il tutore sopra a una sedia. Per le visite a domicilio si appoggerà ai colleghi della medicina di gruppo. «Ma non potevo farlo anche per l’attività in ambulatorio – specifica – anche perché tra poco qualcuno andrà giustamente in ferie. Se fossi mancato anch’io, ci sarebbero stati 3 assenti su 5». Si andrà avanti così per un mese.

IL SERVIZIO

Parallelamente ci sono anche i medici di famiglia 70enni che rinviano la pensione per continuare a seguire oltre 5mila pazienti per altri due anni. È la scelta fatta da tre dottori trevigiani: Fernanda Favotto (Altivole) e Paolo Cammisa (Conegliano) si aggiungono a Giampaolo Nardi (Valdobbiadene). Favotto a fine luglio compirà 70 anni. Più della metà, oltre quaranta, passati nell’ambulatorio di Altivole. Cammisa spegnerà 70 candeline a fine agosto, dopo aver trascorso oltre un trentennio nel suo studio di Conegliano. Ma la pensione può ancora attendere. Sulla base della recente norma, hanno comunicato all’Usl della Marca la disponibilità a continuare l’attività in convenzione fino a 72 anni, limite non più derogabile. E così sarà. «Ho pensato che era meglio rimanere in servizio, visto che mi è possibile, in un momento così critico a causa della mancanza di medici – spiega Favotto, tra le altre cose anche consigliere comunale a Montebelluna – oggi, in particolare, si registra una certa carenza proprio nella zona di Altivole». Non vuole passare come salvatrice della patria. Fatto sta che la decisione dei dottori in questione (dopo i 70 possono continuare solo su base volontaria) è di quelle che fanno la differenza. Favotto segue 1.903 pazienti. Cammisa addirittura 2.089. Ed è la stessa Usl ad ammettere che gli altri dottori in servizio non sarebbero bastati per ridistribuire tutti.

IL PUNTO

Dall’analisi della situazione assistenziale negli ambiti che comprendo da una parte Altivole, Castello di Godego, Loria e Riese e dall’altra Conegliano, San Pietro di Feletto e San Vendemiano - specificano dall’azienda sanitaria - non risulta la capacità da parte dei medici di medicina generale di riassorbire le scelte in carico ai due dottori di base. Nella zona di Altivole mancano già 7 medici di famiglia titolari. E in quella di Conegliano si arriva a 10. A fronte del pensionamento di Favotto e Cammisa, in sostanza, sarebbe stato necessario cercare nuovi medici a cui affidare altri incarichi provvisori. Oppure comunicare ai pazienti in questione la necessità di trovarsi un nuovo dottore spostandosi in altri comuni. Invece non servirà. Nella Marca c’è solo un precedente. Il mese scorso Giampaolo Nardi, 70 anni, medico di famiglia a Valdobbiadene da oltre 42 anni, ha scelto di continuare a seguire i suoi 1.189 assistiti fino al compimento dei 72 anni. Nel frattempo entro ottobre arriveranno nel trevigiano 14 nuovi medici di famiglia titolari. Più 3 nuovi pediatri. Le assegnazioni sono state timbrate da Azienda Zero. Nonostante questo, però, in tutta la provincia mancano ancora 141 dottori di base titolari. Tradotto, significa che qualcosa come 200mila trevigiani al momento vengono seguiti da dottori con incarichi temporanei, professionisti con ambulatorio in comuni anche lontani o da camici bianchi che hanno deciso di aumentare il proprio massimale passando da 1.500 a oltre 1.800 assistiti. 

Ultimo aggiornamento: 17:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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