Treviso. Smog oltre i limiti, l'esposto e l'appello: «Controlli sulle stufe»

Martedì 20 Febbraio 2024 di Mattia Zanardo
Treviso. Smog oltre i limiti, l'esposto e l'appello: «Controlli sulle stufe»

TREVISO - Livelli di polveri sottili di nuovo oltre i limiti di guardia, in Comune arriva un esposto. A presentarlo, Luigi Calesso, di Coalizione Civica, ed Edoardo Scaggiante, ingegnere trevigian-vicentino, esperto anche di temi ambientali. I due firmatari, in particolare, richiamano l’attenzione sull’inquinamento atmosferico provocato, anche nel capoluogo, da stufe a legna e caminetti, sollecitando l’amministrazione a far rispettare le limitazioni in materia. Da diversi giorni nella Pianura padana, la qualità dell’aria è in netto peggioramento, anche a causa delle scarsità di piogge e ventilazione e del ristagno dello smog: in numerose città sono stati superati a più riprese i limiti massimi di Pm10 (la media di 50 microgrammi per metro cubo d’aria nella giornata). Treviso non fa eccezione: da giovedì a domenica, la centralina di via Lancieri Novara dell’Arpav ha rilevato concentrazioni sempre ampiamente superiori alla soglia, con picchi anche di 152 microgrammi nella notte tra sabato e domenica (la media del 17 febbraio si è attestata a 87 microgrammi). In attesa dei dati certificati dell’Arpav, nelle scorse 24 ore si è registrata una leggera attenuazione, ma già per la giornata odierna la stessa agenzia regionale prevede valori medi tra gli 80 e i 90 microgrammi per metro cubo in gran parte del territorio comunale (alla stregua della fascia centro occidentale della provincia) e, per mercoledì 21, tra i 60 e i 70 microgrammi.


LA SOGLIA LIMITE
Da inizio anno a domenica scorsa, i superamenti del limite giornaliero sono stati 29, dunque ci si avvicina ai 35 stabiliti dalla normativa come quota massima in un anno, oltre la quale adottare appositi interventi. Dati ricordati anche nell’esposto depositato a Ca’ Sugana. Calesso e Scaggiante evidenziano come, ad aumentare il particolato in sospensione nell’aria cittadina, concorra non poco la pratica di bruciare legna e pellet in stufe e caminetti non dotati di adeguati sistemi di abbattimento delle emissioni «Le polveri sottili sono per più del 50% provocate dalla combustione di legna e pellet e la combustione della legna produce anche monossido di carbonio e diossine», queste ultime sostanze «comprovate cancerogene».


STUFE A LEGNA 
E citano la stima di Confartigianato in base alla quale, nella Marca, sono attivi circa 15mila caminetti aperti che emettono un chilo di polveri sottili ogni 70 chili di legna bruciata. Soprattutto segnalano «l’aumento vertiginoso di fumi esalati da stufe a legna e caminetti, in particolare nella zona di via Montello-San Pelaio». Un ricorso a un riscaldamento di questo tipo peraltro non giustificato da esigenze pratiche, secondo i due firmatari, poiché «quasi tutte le abitazioni del comune trevigiano sono allacciate al metano, la cui combustione è molto più pulita». L’esposto ribadisce che un’ordinanza del sindaco, in vigore fino al 15 aprile, vieta l’utilizzo di generatori di calore domestici alimentati a biomassa legnosa (legna, cippato, pellet), con una classe di prestazione emissiva inferiore alle “3 stelle”, in presenza di impianto di riscaldamento alternativo (con sanzioni fino a 5mila euro per i trasgressori). Per questo, dunque, Calesso e Scaggiante chiedono al Comune di avviare “controlli costanti” per far rispettare la prescrizione.

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