Blitz contro 19 ultras del Padova per gli scontri al derby: rischiano fino a 8 anni di Daspo

Martedì 6 Marzo 2018
Blitz contro 19 ultras del Padova per gli scontri al derby: rischiano fino a 8 anni di Daspo
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PADOVA - La Polizia ha effettuato su disposizione della Procura di Vicenza 16  perquisizioni a carico di appartenenti a gruppi di ultras padovani coinvolti negli scontri verificatisi lo scorso 27 gennaio 2018, in occasione dell’incontro di calcio Vicenza-Padova, quando rimasero feriti anche appartenenti alle Forze dell’ordine.

Le indagini sono condotte dalle Digos delle Questure di Padova e Vicenza.

Ben 12 dei 16 perquisiti sono recidivi e rischiano ora fino a 8 anni di daspo dagli stadi: fra loro c'è il capo ultras Marco Bergamin, 40enne istruttore di arti marziali, che ferì gravemente un agente con un calcio; una donna padovana anche lei 40enne, e un 38enne trevigiano di Oderzo. 

I poliziotti  contestano agli indagati i reati di travisamento, possesso di oggetti atti ad offendere, lancio di materiale pericoloso in occasione di manifestazione sportiva; violenza/resistenza a pubblico ufficiale aggrevata, manifestazioni esteriori del disciolto partito fascista, lesioni personali aggravate. Oltre a provocare gli «scontri prima dell’inizio della partita, alcuni ultras padovani, durante e dopo il match - spiega la Polizia - hanno fatto gestualità tipiche di estrema destra e per l’esposizione di striscioni e cartelli dal contenuto antisemita, fatti per altro compiuti il giorno, 27 gennaio,  in cui ricorreva la “Giornata della Memoria”».
 


Negli incidenti erano rimasti feriti altri tre agenti. Per tutti gli ultras il questore di Vicenza, Giuseppe Petronzi, ha avviato le procedure per l'applicazione del Daspo: dodici di loro, già in passato resosi responsabili di vicende simili, rischiano il massimo della pena, sino a 8 anni di Daspo con obbligo di firma. Nelle perquisizioni è stata sequestrato materiale vario, tra cui, una bandiera nazista (rossa con svastica nera al centro), una biografia di Eric Priebke, un coltello a serramanico, una mazza da baseball, un manganello telescopico, un tirapugni e fumogeni da stadio. Al termine dell'incontro, nelle fasi di deflusso della tifoseria ospite, sugli spalti del settore occupato dai padovani, veniva esposto un cartello di cartoncino dai contenuti antisemiti. Nei filmati visionati, si è visto, tra l'altro, un ultrà  padovano che, dopo essersi coperto il volto, ha sistemato, sotto una pezza con la scritta «Loreggia», precedentemente affissa nella gradinata nord, il cartello con la dicitura «Se questo è un uomo», accompagnata dal disegno di un uomo con la maglia del Vicenza Calcio che mangia un gatto. L'espressione usata nel cartello, per l'evidente richiamo al romanzo di Primo Levi, fatto peraltro avvenuto il 27 gennaio, nel «Giorno della Memoria», è stato interpretato come provocazione alla tifoseria vicentina attraverso il malcelato e grave riferimento alle vittime dell'Olocausto.
 

Ultimo aggiornamento: 15:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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