MONTEBELLUNA - Rossignol Lange di Montebelluna: è cortocircuito. Da un lato il country manager decanta come indispensabile la produzione dell'alta gamma nello stabilimento di San Gaetano, dall'altro l'azienda boicotta l'adeguamento del contratto opponendo lo spettro della chiusura e della delocalizzazione. Così i 120 dipendenti iniziano ad alzare la voce. E per il 30 agosto, se dall'incontro del 29 non si uscirà con un accordo, meditano lo sciopero generale. «Pochi giorni fa attacca Gianni Boato della Femca Cisl di Belluno Treviso - il country manager e direttore generale Italia della multinazionale francese Alessio Meda ha dichiarato alla stampa che lo stabilimento di San Gaetano è indispensabile per l'alta gamma perché solo qui si trova manodopera iperspecializzata. E tuttavia nel corso della trattativa con la direzione di Rossignol Lange per il rinnovo del contratto aziendale viene usato l'argomento del possibile trasferimento della produzione all'estero per non accogliere le richieste delle parti sociali in merito all'aumento del premio di risultato, fermo da 8 anni»...
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