Mille pagine no-vax: nuova bufera sul medico radiato dall'Ordine

Martedì 7 Agosto 2018 di Mauro Favaro
Il cardiologo Roberto Gava
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TREVISO -  Roberto Gava torna a scrivere un libro sui vaccini. Il cardiologo 61enne, punto di riferimento nel mondo dei novax, radiato poco più di un anno fa dall'Ordine dei medici di Treviso -ma la sanzione è sospesa per il ricorso del dottore alla commissione centrale del ministero della Salute- conferma le sue posizioni critiche sulle vaccinazioni pediatriche. E la sua ultima fatica letteraria rischia di finire al centro di un nuovo procedimento disciplinare da parte dello stesso Ordine. 

DIMENSIONI E CONTENUTI Il titolo è didascalico: Le vaccinazioni pediatriche - Un farmacologo tossicologo (le altre specializzazioni di Gava, ndr) fa il punto sulle conoscenze scientifiche in campo vaccinale, sull'utilizzo personalizzato dei vaccini e sul loro rapporto rischio/beneficio alla luce delle attuali condizioni socio-sanitarie e ambientali. Si tratta di un libro corposo. In mille e 56 pagine vengono descritti e commentati più di 2.200 studi scientifici. Ma, come assicura Gava, con un linguaggio alla portata di tutti. E' edito da Salus Infirmorum, società fondata dallo stesso medico ormai vent'anni fa, inizialmente per pubblicare volumi dedicati all'omeopatia. «É un libro completo che contiene anche la mia esperienza clinica, frutto di quasi 40 anni di ascolto, osservazione e cura dei miei pazienti -spiega il dottore attraverso la sua pagina Facebook, seguita da circa 55mila persone- affronta la delicata e complessa profilassi vaccinale presentando le conclusioni anche di moltissimi studi scientifici poco noti e affrontando tutti i temi e le domande che molti genitori si pongono».

NESSUNA MARCIA INDIETRO «Proprio a causa della complessità della società attuale -aggiunge- credo sia fondamentale che, alla luce delle conoscenze più aggiornate, il medico scelga di volta in volta la tecnica terapeutica più appropriata per il suo paziente, in modo da poter personalizzare qualsiasi trattamento, sia preventivo che curativo». Parole destinate nuovamente a far discutere. Non fosse altro perché l'attuale legge sull'obbligo vaccinale per i bambini e i ragazzi da 0 a 16 anni non prevede una personalizzazione, se non per precisi problemi clinici. 

LETTERA GALEOTTA Gava era finito sotto la lente d'ingrandimento dell'Ordine dei medici di Treviso ormai un paio di anni fa. Tra le dichiarazioni che gli sono state contestate, passando in rassegna scritti, libri, video e convegni, ci sono anche quelle contenute in una lettera aperta che aveva scritto nel 2015, assieme a Eugenio Serravalle, indirizzata a Walter Ricciardi, presidente dell'Istituto superiore di sanità: «Ci siamo accorti che, dopo un'osservazione minuziosa e prolungata nel tempo di bambini vaccinati e non vaccinati, questi ultimi appaiono indubbiamente e globalmente più sani».

PRUDENZA TARDIVA In seguito, dopo l'apertura del procedimento disciplinare a suo carico, Gava aveva corretto il tiro diffondendo una nota per chiare le cose: «Talvolta le mie parole sono state equivocate in modo sorprendente. Mi vedo attribuita una definizione che respingo fortemente, quella di antivaccinista si leggeva sappiamo tutti che i vaccini, se usati adeguatamente, sono molto utili per ridurre nel ricevente la probabilità di ammalarsi di alcune specifiche patologie infettive. Sappiamo inoltre che svolgono un'azione protettiva, oltre che sul singolo, anche sulla popolazione. I miei pazienti sanno che, al fine delle loro decisioni, io stesso consiglio la vaccinazione in tutti i casi in cui non sussistano controindicazioni particolari. Quel che io raccomando è sempre un'adeguata personalizzazione del trattamento».

EPILOGO Allo stesso tempo il dottore cancellò una serie di scritti caricati sul suo sito internet e sulla sua pagina Facebook. Ma tutto ciò non è bastato per convincere l'Ordine: nell'aprile dell'anno scorso è arrivata la radiazione. Sottolineata, tra l'altro, dallo stesso presidente dell'Istituto superiore di sanità: «Grazie all'Ordine dei medici di Treviso per aver radiato il primo medico per il suo comportamento non etico e antiscientifico nei confronti dei vaccini».

    
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