Ragazzo accoltellato a scuola, l'aggressore: «Lui mi stava picchiando e umiliando per una merendina»

Sabato 25 Febbraio 2023 di Maria Elena Pattaro
Ragazzo accoltellato a scuola, al Turazza di Treviso

TREVISO - «L'ho colpito per difendermi. Lui mi stava picchiando e umiliando per una merendina. Mi ha anche sbattuto contro il muro». È questa la versione che ha raccontato ai compagni il 15enne di origine kosovara che giovedì mattina all'istituto professionale Turazza ha accoltellato un altro studente, 17enne di origini magrebine.

La violenza è esplosa verso le 11 alle macchinette del caffè, durante la ricreazione, per un motivo banale. I due ragazzi erano in coda davanti ai distributori: uno ha inserito le monete, l'altro però ha pigiato il tasto per primo. Ne è nata una lite, con il 17enne che avrebbe accusato l'altro di avergli rubato la merendina. Dalle parole sono passati subito alle mani. Nella colluttazione il 15enne ha tirato fuori un taglierino. E ha colpito il rivale: una due, tre volte: al torace e alla schiena. Fortunatamente in modo superficiale, tanto che il ragazzo è stato dimesso la sera stessa con 7 giorni di prognosi. Terminata la convalescenza, potrà fare ritorno a scuola. L'accoltellatore invece, già denunciato alla Procura dei minori per lesioni gravi, rischia invece l'espulsione.


I COMPAGNI
«Siamo sconvolti: cose del genere non dovrebbero succedere» dicevano ieri pomeriggio i compagni all'uscita da scuola. La chiazza di sangue accanto alle macchinette è un'immagine difficile da dimenticare. E ai compagni del 15enne pesa anche il suo banco vuoto: «Rischiamo di non rivederlo più» mormorano descrivendolo come un ragazzo vivace sì, ma che non attacca briga gratuitamente. «È uno che non si lascia mettere i piedi in testa da nessuno, se gli fai qualcosa si difende - racconta un amico - di cazzate ne abbiamo fatte, insieme. Ma stavolta è andato oltre...». «Risolvere le cose così è sbagliato» aggiunge un altro mentre il gruppetto cammina verso la fermata dell'autobus, zaini in spalla e sigarette in bocca. Qualcuno è convinto che la faccenda, al netto della giustizia minorile e delle sanzioni disciplinari, non sia finita qui. Potrebbero esserci vendette e altri scontri. I due si conoscono di vista e, stando a quanto accertato dalla polizia, non ci sarebbero vecchie ruggini. Eppure tra gli amici del 15enne qualcuno ricorda una discussione fuori da scuola qualche mese fa. Agli inquirenti entrambi hanno riferito di un litigio scoppiato alle macchinette per pochi spiccioli. E sfociato nel sangue. «Ma adesso non deve rimetterci tutta la scuola: non siamo mica tutti scalmanati!» sottolineano gli studenti, temendo una possibile etichetta negativa. A fronte di due episodi incresciosi in poco meno di cinque mesi: a inizio ottobre lo spray al peperoncino spruzzato in classe da un 17enne, costato una lieve intossicazione a cinque compagne. Giovedì la lite con accoltellamento.


LA PREOCCUPAZIONE
L'episodio ha scosso e preoccupato l'intero istituto. Al punto che tra gli studenti, ieri mattina, c'era chi aveva paura di tornare in classe. «Mio figlio era spaventato - racconta una mamma kosovara fuori dal Turazza -. E anch'io sono in pensiero: lo faccio uscire poco con gli amici per evitare che gli capiti qualcosa di brutto e poi a scuola succedono queste cose». Sulla stessa lunghezza d'onda anche un'altra mamma: «È un fatto gravissimo. Mia figlia ha paura che altri compagni possano venire a scuola armati di coltellini e taglierini e che possa capitare di nuovo». Ieri il preside Gianluigi Bettiol ha incontrato le classi dei due ragazzi: un primo passo per elaborare il trauma collettivo. L'istituto, che preferisce non commentare il fatto, sta valutando la sanzione disciplinare più adeguata, anche in base al pronunciamento del tribunale dei minori di Venezia. Vista la gravità del fatto, il 15enne rischia l'espulsione.

Ultimo aggiornamento: 26 Febbraio, 11:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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