Trevigiana nell'inferno di Atene: «Qui interi paesi inghiottiti dalle fiamme»

Mercoledì 25 Luglio 2018 di Lina Paronetto
Trevigiana nell'inferno di Atene: «Qui interi paesi inghiottiti dalle fiamme»
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TREVISO «E' una tragedia assurda». Vive da anni ad Atene, la dottoressa trevigiana Maria Valeria Pomini, psicoterapeuta, e lì l'ha raggiunta telefonicamente l'emittente Antenna Tre, raccogliendo la sua testimonianza sull'angosciante odissea che il Paese sta vivendo in queste ore, tanto da aver lanciato un drammatico grido d'aiuto all'Unione Europea. Sorella dell'ex presidente dell'Ascom provinciale Guido Pomini, ha già vissuto gli anni più duri della crisi economica che ha sconvolto la Grecia. E oggi assiste preoccupata e impotente alla devastazione che arriva da zone non molto lontane dalla capitale in cui abita. Si teme che gli incendi che hanno ormai raggiunto anche i boschi intorno alla città abbiano mietuto addirittura un centinaio di vittime. Storie terribili, scene strazianti, racconti, di chi è sopravvissuto, come vere e proprie cronache dall'inferno. «I fuochi si sono sviluppati in due zone, ieri pomeriggio (lunedì ndr) racconta la professionista . Sono partiti dall'area abitata, poco prima di Corinto, ma lì pare che vittime non ce ne siano state. Il problema principale è sorto più tardi, nella zona in cui partono le navi per le isole Cicladi e che è altamente abitata». I roghi si sono susseguiti, il fumo ha oscurato il cielo, colorandolo di tinte innaturali e inquietanti. Chi abita a pochi chilometri da quel fronte, dove i vigili del fuoco combattono una lotta impari contro le fiamme, non punta il dito contro i soccorritori: «Un vento fortissimo ha trascinato rapidamente e impetuosamente il fuoco verso la zona delle abitazioni precisa la dottoressa Pomini e le persone sono rimaste intrappolate. Molti hanno cercato di fuggire verso il mare, venendo però raggiunti dalle fiamme prima di farcela. Altri sono rimasti feriti, riportando ustioni. Una tragedia assurda».
UN INCUBO
È un susseguirsi di notizie, mentre chi resta cerca di portare avanti, in uno scenario irreale, la propria quotidianità. «Non direi che possano essere rimasti coinvolti dei turisti, quelle colpite non sono zone frequentate dagli stranieri, se non quelli di passaggio per prendere il traghetto. Semmai in quelle aree molti ateniesi hanno la seconda casa. Per questo credo che le vittime siano greci». Traditi dalla repentinità con cui la situazione è precipitata, da un'ora all'altra: «È stato un fenomeno inaspettato, la colpa è stata del fortissimo vento che ha esteso il fuoco in brevissimo tempo», spiega la trevigiana. Che chiarisce: «A luglio ha piovuto molto, non siamo in un momento particolare di siccità, quelli in cui solitamente ci si sente più a rischio. I roghi hanno avuto uno sviluppo improvviso e incontrollabile, probabilmente ha contribuito in senso negativo anche il fatto che ci siano molte strade che si inoltrano all'interno delle zone di montagna, strade impervie, che forse non hanno permesso ai soccorritori di arrivare nelle zone in cui c'era bisogno in maniera più immediata. E comunque, considerata la vastità dei fronti aperti, anche i soccorsi non hanno saputo più a quale zona dare la precedenza: l'emergenza si è estesa improvvisamente». Senza dare il tempo di reagire. Con il fuoco che ha divorato ogni cosa, case, auto, persone. Ha inghiottito interi paesi, ridotto il paesaggio a relitti informi e cenere. Sotto gli occhi sconvolti di testimoni. «È una situazione molto triste per noi», conclude Maria Valeria Pomini, trevigiana trapiantata nella capitale greca, che come chi in Grecia ci è nato vive con apprensione e partecipazione emotiva la tragedia che ha colpito la sua terra d'adozione.
 

Ultimo aggiornamento: 09:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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