Quando i capi non servono:
l'esempio virtuoso della Breton

Martedì 12 Luglio 2016
Quando i capi non servono: l'esempio virtuoso della Breton
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CASTELLO DI GODEGO - I capi? A volte si lavora meglio senza, almeno in certi segmenti-chiave della produzione. L'esempio, in una fase ormai non più sperimentale durata due anni, arriva dalla Breton di Castello di Godego, nel trevigiano, società produttrice di macchine per il taglio di pietra naturale e leghe metalliche da 670 addetti e 185 milioni di fatturato. La fase della gestione delle commesse, trattandosi di realizzare strumenti unici e dunque da progettare volta per volta, avviene affidando il compito a squadre di 10-15 persone che si compongono spontaneamente per ogni singola situazione e che operano senza figure di responsabilità apicale. L'evoluzione è stata decisa sulla base anche di modelli di "Open Leadership" inizialmente teorizzati da Paolo Bruttini, socioanalista bolognese e presidente della società di formazione "Forma del Tempo", mutuando uno schema di «sociocrazia» che ha preso piede nelle fabbriche dell'Europa del Nord, in particolare in Olanda.

Breton è nata nel 1963 su iniziativa di Marcello Toncelli, un ferroviere toscano trasferito in Veneto, per realizzare macchine per il taglio della pietra naturale.
Oggi fra i suoi clienti ci sono marchi come Jaguar, Renault e Boeing.
Ultimo aggiornamento: 13 Luglio, 13:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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