Beatrice, Francesca e Letizia, le studentesse che si sono aggiudicate il premio in memoria di Giorgio Lago

Venerdì 2 Ottobre 2020 di Lucia Russo
Da sinistra il direttore del Gazzettino Roberto Papetti, Francesca Montellato e Francesco Lago
CASTELFRANCO VENETO -  Mi interessa essere capito dal più ampio numero di lettori. Le prerogative di Giorgio Lago hanno fatto scuola ieri mattina, sul palco del teatro Accademico di Castelfranco Veneto in occasione del Premio juniores, nuovi talenti del giornalismo che porta il suo nome. Sullo schermo proiettate le immagini di Lago, colonna del giornalismo del nordest, e in sala la commozione anche tra le decine di giovani accorsi per assistere alle premiazioni. «Prima di partecipare al concorso non conoscevo Giorgio Lago ma ho letto i suoi articoli e sono rimasta coinvolta dalla sua capacità di analisi, mi ha stupito la sua ironia, mi affascina come abbia saputo anticipare temi ancora oggi predominanti», ammette la seconda classificata Francesca Montellato. I giovani erano chiamati a scrivere un articolo sul tema Da Chernobyl a Fukushima: il pericolo nucleare visto dai diciottenni.
I VINCITORI
Sul podio, al primo posto, Beatrice Trentin dello scientifico Giorgione di Castelfranco Veneto, autrice dell'articolo Cocci, al secondo Montellato dello scientifico Da Vinci di Treviso con Esiste una garanzia assoluta? e al terzo, con ex aequo, Letizia Barbi dello scientifico Leon Battista Alberti di Abano Terme con Dalla scoperta dell'energia atomica a Chernobyl e Fukushima e Alexandru Ivanciu dell'istituto superiore Mario Rigoni Stern di Asiago con Da Chernobyl a Fukushima. Alla memoria di Lago si è unita quella di Bepi Covre, editorialista ed ex parlamentare, uno dei fondatori dell'Associazione Amici di Giorgio Lago, scomparso lo scorso 24 marzo. «Sono bergamasco e, se c'è una cosa che gli scritti di Lago e la conoscenza con Covre mi hanno aiutato a capire sono l'identità, la forza del territorio e il senso profondo che il concetto di autonomia ha qui», ha detto Roberto Papetti, direttore de Il Gazzettino. Sul palco, per le premiazioni anche Francesco Lago, figlio di Giorgio e segretario dell'Associazione, che ha ricordato i legami tra Covre e suo padre: «Erano uniti dalla Sinistra Piave, dall'amore per la cultura contadina, per l'agricoltura, per il senso del lavoro, dell'onestà, del buon senso dei vecchi, la dignitosa povertà e il senso dell'autonomia in un'Italia unita ha detto Entrambi amavano i giovani. Covre e mio padre erano legati con un doppio filo». Lago e Covre sono state due persone che hanno segnato il giornalismo locale in maniera profonda. «Sono stato l'ultimo giornalista che ha incontrato Covre ha ricordato Paolo Possamai, direttore del Gruppo Gedi del Veneto - Mi ha chiamato per quella che sapevamo entrambi sarebbe stata l'ultima intervista». Il tema dell'edizione del prossimo anno sarà La più preziosa materia prima di una nazione è la cultura in tutte le sue componenti, a partire dall'istruzione e dalla formazione. È un concetto che Giorgio Lago ribadiva già nel 2001 quando scriveva: Il Nordest deve migliorare riflettendo su un dato inoppugnabile: la nuova risorsa sarà il sapere. Chi avrà la leva del sapere guiderà il domani.
Lucia Russo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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