Popolare Vicenza e Veneto Banca,
Viola verso il doppio incarico

Lunedì 5 Dicembre 2016 di Maurizio Crema
Fabrizio Viola
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VICENZA - Fabrizio Viola amministratore delegato unico per Popolare Vicenza e Veneto Banca se la Bce darà l’autorizzazione alla fusione. Questo il progetto che sta portando avanti Gianni Mion, gran propugnatore dell’alleanza che dovrà portare alla costituzione della nuova banca del Nordest o delle Venezie (logo ancora da trovare ma in ognic aso si cambierà).
«Stiamo attendendo l’autorizzazione della Bce, la nomina di un amministratore delegato unico per le due banche come Fabrizio Viola renderebbe più facile la fusione, speriamo che arrivi una risposta positiva nelle prossime ore - spiega il presidente di Popolare Vicenza Gianni Mion nel giorno delle dimissioni improvvise dell’attuale Ad di BpVi Francesco Iorio - il piano per quanto riguarda Vicenza è già pronto ed entro fine mese verranno definiti anche da Veneto Banca, poi toccherà all’azionista Atlante e alla Bce dare la loro opinione. L’obiettivo è arrivare alla fusione entro il 2017». Lo schema è già pronto: all’attuale Ad di Veneto Banca Cristiano Carrus sarebbe affidata la direzione generale di Veneto Banca. A Viola la regia della fusione e il compito del rilancio definitivo di quella che sarà una delle prime banche italiane. E Iorio doveva essere il capo azienda per Vicenza. «Mi ha comunicato la sua decisione nel fine settimana, mi è dispiaciuto moltissimo - racconta Mion dopo il consiglio comunale di Vicenza dove si è discusso dei destini della Popolare e anche della Fondazione Roi (il nuovo presidente verrà scelto a breve, entro la settimana) - Iorio ha fatto un ottimo lavoro, ha messo a punto il piano industriale e dato il via al rilancio, per lui c’era ancora un ruolo importante. Non so perché abbia lasciato, ce lo spiegherà in cda». Oggi infatti è in programma un nuovo consiglio d’amministrazione che servirà in primo luogo a varare la nomina di Viola, ex amministratore delegato di Mps dal 2012 a pochi mesi fa, in passato vice direttore generale di Popolare Vicenza prima di scontrarsi con l’ex presidente Gianni Zonin e tornare in Bpm: «Il candidato Ad ha già iniziato a studiare la cosa, l’arrivo di Viola sarebbe gradito anche ai sindacati, ci darà un grosso aiuto», accenna Mion.
Una mano arriverà ancora da Atlante, che potrebbe investire un altro miliardo nelle due banche venete dopo i 2,5 già iniettati pochi mesi fa: «Solo dopo la fusione potranno entrare gli imprenditori del Nordest, abbiamo già diverse manifestazioni di interesse per esempio dall’associazione degli azionisti di Vicenza Popolare 150 - afferma Mion - a tempo debito vedremo cosa si potrà fare, nessuno mette i soldi per finanziare un’azienda in perdita». L’obiettivo della fusione è creare «una banca moderna, focalizzata sul Nordest», la cui «sede logica» sarebbe a Vicenza. È vero che il progetto «evidenzia molti esuberi e moltissime duplicazioni» ma con una fusione «ci sarà una banca in grado di pensare a un suo futuro qui». Se invece Bpvi e Veneto Banca fossero acquisite da altri istituti «nessuno terrà aperte queste sedi, questo è il vero rischio se venissero acquisite separatamente. Spero che da questa idea di fusione in cui credo fermamente possa rinascere una nuova banca che realizza l’integrazione territoriale mettendo insieme due zone importanti e che si possa espandere anche nel Friuli e nel Trentino», spiega Mion sottolineando che «questa idea è condivisa dal management di Atlante e dalla Banca d’Italia».
Il prossimo passo ufficiale sarà l’assemblea del 13 dicembre per avviare l’azione di responsabilità contro gli ex vertici dal gennaio del 2013 al maggio 2015. «Ma chiederemo i danni anche alla società di revisione Kpmg e attendiamo i riscontri delle inchieste della magistratura e i responsi degli organi di vigilanza per allargare l’azione anche ad altri anni», annuncia Mion.
I tavoli di conciliazione per rimborsare i 210mila vecchi soci delle due ex Popolari sono già a buon punto: «Vicenza ha già definito, stiamo aspettando Veneto Banca - chiosa Mion - di sicuro i soldi accantonati fino a oggi non basteranno».
Per Iorio in ogni caso è pronta una liquidazione consistente. «La sua buonuscita è buona - la battuta di Mion - un accordo c’era, diremo tutto a suo tempo con trasparenza piena». In bilico oggi ci sono altre poltrone importanti a Vicenza, la squadra di Iorio potrebbe essere ridimensionata e Viola potrebbe per esempio portarsi dei fedelissimi. Ma in ogni caso il treno per la fusione è ormai partito, destinazione 2017.

Ultimo aggiornamento: 6 Dicembre, 15:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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