Pasta Zara, spunta l'offerta italiana: quella della famiglia Ginatta

Sabato 9 Giugno 2018 di Maurizio Crema
Pasta Zara, spunta l'offerta italiana: quella della famiglia Ginatta
RIESE PIO X - Pasta Zara: ora arriva anche l'offerta preliminare di un operatore italiano, la famiglia piemontese Ginatta. Dopo le voci su interesse da parte di diversi fondi stranieri anglosassoni e cinesi, il gruppo alimentare con quartier generale a Riese Pio X (Treviso) gravato da un indebitamento complessivo di circa 280 milioni, è entrato nel mirino del fondo torinese Due G Holding della famiglia Ginatta, storica alleata degli Agnelli in Piemonte. L'offerta per il gruppo in concordato, secondo un'indiscrezione raccolta dal Sole 24 ore, sarebbe stata depositata nei giorni scorsi dalla famiglia impegnata anche nella Blutec, la società che sta tentando il rilancio dell'ex stabilimento Fca di Termini Imerese che a fine anno dovrebbe iniziare il montaggio di motori elettrici sui furgoni Fiat Doblò prodotti dalla joint  venture Tofas in Turchia. Blutec è una società del gruppo Metec di Roberto Ginatta che ha rilevato l'impianto nel 2014. Dei 700 dipendenti in cassa integrazione dello stabilimento chiuso dalla Fiat nel 2011, 130 lavorano tuttora a Termini (pagati da Blutec), mentre altri 120 dovranno rientrare in fabbrica durante l'anno e i restanti nel 2019, con un anno di ritardo. Ma tutto è ancora appeso a un accordo col nuovo governo, un nuovo incontro si dovrebbe tenere il 12 giugno.

La verità è che la partita per il salvataggio di Pasta Zara è ancora all'inizio e che l'incertezza regna sovrana. Con due punti fermi. L'azienda è troppo indebitata e il suo futuro di fatto è nelle mani delle banche che vantano nel complesso circa 280 milioni di crediti; 241 a carico della società operativa (un'ottantina sono finiti nella sga che ha ereditato Popolare Vicenza e Veneto Banca in liquidazione), il resto a carico della holding della famiglia Bragagnolo, che avrebbe ottenuto prestiti anche da Bank of China e da Veneto Banka, la controllata in Croazia di Veneto Banca. E il secondo è che la realtà produttiva è viva e operativa, anzi, sono stati chiesti due fine settimana aggiuntivi di lavoro in giugno per evadere gli ordini accumulati; gli stipendi dei circa 500 addetti vengono pagati e anche gli arretrati sono in via liquidazione. Pesa poi la posizione della famiglia di maggioranza: si farà da parte? Ha risorse da investire nel rilancio?

IL RUOLO DELLA SGA
Un ruolo decisivo in questo momento lo ha sicuramente la sga, la società per la gestione di attività che ha in mano un quarto dell'indebitamento complessivo di Pasta Zara e collegate. La società su questa come in altre partite (sono decine di migliaia) ha promesso di essere paziente e forse su Zara potrebbe accontentarsi di portare a casa 40-50 milioni. Ma le altre banche sono disposte a questo sacrificio, fondamentale per togliere zavorra e far decollare il rilancio?

La questione è anche politica. La Regione Friuli è socia con poco più del 10% del capitale con la Friulia e anche in questi giorni il nuovo presidente Massimiliano Fedriga ha assicurato il suo impegno (Muggia a Trieste è uno dei tre siti di Zara). Il Veneto, dove ha sede lo stabilimento principale del gruppo, ha schierato la sua finanziaria regionale Veneto Sviluppo e il suo fondo che sta iniziando in questi gironi a raccogliere il capitale iniziale (obiettivo 100 milioni entro fine luglio) per supportare il salvataggio anche con risorse fresche. Ma senza fare regali. Tradotto, pateracchi alla Termini Imerese non saranno tollerati. Certo, le diverse offerte arrivate o in arrivo potranno essere selezionate anche col criterio del mantenimento dell'occupazione. Ma quello che conta è la solidità industriale, in primo luogo la piena libertà del nuovo socio di poter gestire un'azienda.
Ultimo aggiornamento: 09:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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