SILEA - Massacrato con una spranga, un sasso o un altro oggetto: ad assassinarlo una persona che lo conosceva, forse un amico. Una persona di cui si fidava. Poi, già cadavere, è stato abbandonato nell'ex mangimificio di via Alzaia, lungo il Sile a Silea: questa la prima ricostruzione dell'omicidio del 33enne Andrea Dorcich, originario di Torino, ma poi trasferitosi coi genitori in via Postumia a Treviso. Sentito medico legale e carabinieri, il pm Giulio Caprarola, durante il sopralluogo all'ex Silos Pagnan domenica notte, ha subito ipotizzato l'accusa verso ignoti di omicidio volontario (o preterintenzionale). Il 33enne aveva infatti il volto sfigurato e la testa fracassata.
Ora l'autopsia, affidata al medico legale Alberto Furlanetto, dovrebbe chiarire, oltre alla causa e all'orario della morte, l'oggetto usato per uccidere il 33enne, conosciuto perché consumatore di eroina. E proprio sugli ambienti della droga si starebbero concentrando le indagini. Oltre all'autopsia il pm Caprarola ha ordinato una perizia sul cellulare del 33enne, trovato vicino al cadavere. Filtra che potrebbe essere stato usato fino a giovedì notte. Una decina di ore dopo che i genitori, preoccupati perché non tornava a casa da 2 giorni, ne avevano denunciato la scomparsa in Questura.
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