«L’unica disabile per cui non provo rispetto»: antivaccinisti contro Bebe Vio

Mercoledì 8 Agosto 2018 di Elena Filini
L'immagine di Bebe Vio nella campagna pro vaccini
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MOGLIANO VENETO (TREVISO) - «L’unica disabile per cui non provo minimamente rispetto». Ed è di nuovo gogna no vax contro Bebe Vio. La campionessa paralimpica, da un paio di giorni è per l’ennesima volta bersaglio del web sulla questione vaccini: un sito ha rispolverato la prima pagina di Rolling Stone dello scorso anno, in cui Bebe invita le persone a vaccinarsi, forte della propria drammatica esperienza. E sull’atleta cala implacabile l’ingiuria dei social. «Gente che per un po’ di potere e lauti compensi si vende l’anima e la dignità- si legge- Chi viene utilizzato da queste campagne persuasive in genere appare come vittima o comunque è una persona  apparentemente insospettabile e immacolata. Si tratta di precise strategie psicologiche volte a influenzare subdolamente il pensiero della massa. Quindi facciamo attenzione tanto ai lupi quanto alle pecore che consapevoli o manipolate, non ci è dato sapere, si insinuano nella nostra mente per propinarci verità distorte e strumentali». 

I GENITORI
Ma il padre della campionessa moglianese, è netto. «Sono pubblicità vecchie. Bebe quello che doveva fare l’ha fatto. Ora sulla faccenda dei vaccini non intende entrare più». L’hanno accusata di opportunismo, di cercare visibilità proprio in virtù del suo stesso handicap. Ma lei fa spallucce. E con lei tutta la famiglia. «È un soggetto molto particolare e molto esposto. Sono cose che possono avvenire» ripete il padre. L’avvicinamento dell’atleta alla causa vaccinale - si ricorderà - avviene nel 2016 con la campagna globale curata dalla fotografa Anne Geddes. «Un’immagine dura e bellissima, che dice più di mille parole - continua Ruggero - Bebe che si mostra senza protesi e tiene in braccio un bimbo vuole dirci: il mio compito è proteggerlo e per farlo devo spiegare che la vaccinazione è necessaria». La famiglia Vio ha approfondito la questione scientifica prima di dare l’assenso al coinvolgimento di Bebe nel progetto. «Siamo stati a Siena dove sono stati scoperti i vaccini contro la meningite. Dico solo ai tuttologi del web di alzarsi dalla sedia, scomodarsi e andare a parlare con questi scienziati. Rendetevi conto di tutto lo studio, la cautela, l’impegno che stanno dietro alle scoperte scientifiche. Forse così la smetterete di parlare a vanvera». 

LA RIVISTA
Poi, nel 2017 Rolling Stone ha voluto riportare il tema in prima pagina. «Bebe all’inzio era scettica, ma poi ha detto: ok mettiamoci il carico da novanta.

Però poi non ha più parlato. E, pubblicamente, non parlerà più: lei il suo sul tema delle vaccinazioni l’ha fatto». Quando però Ivan Zaytsev è diventato bersaglio degli haters per aver postato l’immagine della figlia vaccinata, la Vio ha alzato il telefono per esprimergli solidarietà. «Sapeva bene come ci si sente- aggiunge la famiglia - noi ormai siamo impermeabili, non ce ne frega niente. Che Bebe venga aggredita è normale; è un personaggio molto diretto, non ha sfumature». Insomma, fa parte del gioco. «Nostra figlia, per molti motivi, è facilmente aggredibile. Ma ha imparato a farsi scivolare addosso la cattiveria. Soprattutto perché, per fortuna, gli idioti sono la minoranza. E il web è anche il luogo di tanto, tantissimo sostegno». Pare che non si sia scomposta neppure di fronte a frasi ben più dure, per cui comunque i Vio hanno sporto querela. «Con un mezzo sorriso di sfida ci disse: beh ma pure le patatine e la nutella non piacciono a tutti».

Ultimo aggiornamento: 9 Agosto, 14:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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