Il ministro Galletti: «È una tragedia,
le risorse incagliate nelle Regioni»

Lunedì 4 Agosto 2014
Il ministro Galletti: «È una tragedia, le risorse incagliate nelle Regioni»
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REFRONTOLO - «Siamo davanti a una tragedia, tra poco andrò in quelle zone a portare la vicinanza del governo».

Così Gian Luca Galletti, ministro dell'Ambiente, intervenendo a Radio Anch'io, trasmissione di Radio1, sulla bomba d'acqua che si è abbattuta nella zona di Refrontolo, nel Trevigiano. «Il nostro - ha osservato Galletti - è un Paese morfologicamente malato: il dissesto è uno dei principali problemi italiani e il suo contrasto è stato messo fin dal primo giorno tra le priorità del governo. Il nostro primo atto - ha sottolineato il ministro dell'Ambiente - è stata la creazione di un'unità di missione proprio sul dissesto idrogeologico, una cabina di regia a Palazzo Chigi per coordinare l'attività dei ministeri. Ci siamo resi conto poi che molte risorse erano incagliate presso le Regioni, con un meccanismo sbagliato che complicava invece di semplificare: lo abbiamo cambiato, togliendo i commissari. Nel decreto 91 - ha concluso Galletti - c'è un'autorizzazione unica per gli interventi di contrasto al dissesto: non bisogna chiedere più mille permessi, questo dovrebbe permettere di spendere meglio i fondi disponibili».



Il ministro dopo il sopralluogo a Refrontolo ha parlato con i giornalisti in Comune:
«Il Governo conosce l'entità e la gravità del problema. Abbiamo fatto una cabina di regia interministeriale sotto la Presidenza del Consiglio per coordinare e spendere meglio risorse che ci sono e ci saranno». Tuttavia «il problema della malattia del Paese resta - ha aggiunto - Un paese soggetto a problemi idrogeologici molto forti per la sua morfologia».

Almeno il 30% delle risorse che sarebbero disponibili per interventi in materia di dissesto idrogeologico del Paese, complessivamente oltre 2,3 miliardi di euro, «sono bloccate dal dovere di rispettare il patto di stabilità.
Si tratta di una cifra molto importante nell'arco di un periodo molto lungo da mettere a disposizione - ha riconosciuto - ma nel frattempo ragioniamo su come utilizzare le risorse che già ci sono». «A cominciare - ha spiegato - dalla sistemazione delle zone più a rischio. Noi stiamo facendo una mappatura di tutte le zone italiane più a rischio. Dovremmo cominciare da lì, sistemando i territori e le zone fluviali più critiche per poter indirizzare gli interventi più adeguati». Per il ministro, infine, il problema che si è verificato a Refrontolo rappresenta un insieme di situazioni «che si risolvono se tutti gli enti locali fanno la loro parte e se i cittadini si assumono la responsabilità fino in fondo nel mantenimento del proprio 'giardino'».
Ultimo aggiornamento: 18:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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