Ospedali senza pediatri e radiologi: l'Usl richiama al lavoro i pensionati

Venerdì 31 Marzo 2023 di Mauro Favaro
Ospedali senza pediatri e radiologi: l'Usl richiama al lavoro i pensionati

TREVISO - Negli ospedali trevigiani mancano 8 pediatri. E l’Usl della Marca, oltre a coprire i buchi con i medici “a gettone”, ora richiama i pensionati. L’obiettivo è ridurre le attese, ma anche scongiurare il rischio di disservizi.

Sono già stati contattati due specialisti, ancora sotto i 70 anni, andati in pensione da poco. La disponibilità non manca. Adesso si punta a inserirli nuovamente nei reparti con incarichi temporanei in libera professione.

LUNGHE ATTESE
«A breve pubblicheremo il bando -spiega Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl- e ci auguriamo che si possano fare avanti anche altri». Discorso simile per i radiologi. Negli ospedali della provincia ne mancano addirittura 20. Le caselle vuote stanno alla base dell’allungamento delle liste d’attesa per Tac e risonanze magnetiche. Oggi si può arrivare ad aspettare più di 6 mesi. «Da una parte c’è la carenza di personale e dall’altra un aumento delle richieste del 30% rispetto al 2019, prima del Covid -fa il punto il direttore- e la soluzione non passa per l’installazione di strumenti per le radiografie negli ambulatori: il nodo riguarda grandi macchine come Tac e risonanze». Anche l’oculistica deve fare i conti con liste d’attesa importanti. Per la cardiologia, invece, si aprono prospettive diverse. «Abbiamo assunto 10 cardiologi -rivela Benazzi- grazie a questi, nel giro di un paio di mesi le liste d’attesa in quest’ambito potranno sparire». Non è una questione di scelte. La Regione ha autorizzato tutte le assunzioni. Il punto è che si fa proprio fatica a trovare gli specialisti. Al momento mancano 2 pediatri a Treviso, 2 a Montebelluna, 2 a Conegliano, 1 a Oderzo e 1 a Castelfranco. Tra questi, due sono andati a fare i pediatri di libera scelta negli ambulatori del territorio e uno si è trasferito in un’altra Usl. Ci sono poi due maternità.

MISSIONE IMPOSSIBILE
«E trovare sostituti per tempi determinati oggi è davvero una missione impossibile» allarga le braccia il direttore generale. Non resta che affidarsi ai medici delle cooperative private. Le guardie pediatriche di Conegliano, Castelfranco e Oderzo sono già state esternalizzate. Un turno di 12 ore arriva a costare 1.200 euro. In tutto ciò, le richieste da parte dei piccoli pazienti non mancano. «Tra novembre e gennaio abbiamo avuto il picco nel pronto soccorso pediatrico: 1.600 accessi in un mese, in particolare per un aumento della patologia infettiva. Prima del Covid si era arrivati al massimo a 1.200 -evidenzia Stefano Martelossi, primario della Pediatria di Treviso- adesso il totale si è assestato tra i 1.100 e i 1.200 accessi al mese. Tanti, ma almeno non più fuori misura». Sul fronte delle Tac e delle risonanze, di seguito, oggi bisogna fare i conti con la mancanza di 4 radiologi a Treviso, 6 a Conegliano, 6 a Montebelluna, 2 a Castelfranco e 2 a Oderzo. E per i radiologi “a gettone” si arriva a pagare quasi 1.900 euro per ogni singolo turno di 12 ore. «Non abbiamo mai nascosto la testa sotto la sabbia sul problema delle liste d’attesa -mette in chiaro Benazzi- in accordo con la Regione stiamo cercando di sviluppare un’organizzazione sempre più puntuale». Oltre a questo, però, il direttore generale non è affatto d’accordo con chi paventa una sanità pubblica in procinto di cedere il passo alla sanità privata. 

TEMPI E SCENARI
«Si esagera, alla grande -evidenzia- la mancanza di medici è dovuta a un’errata programmazione ministeriale a partire da 10, 11 anni fa. Il problema potrà andare progressivamente a risolversi verso la fine del 2024, quando si potrà iniziare a contare su un numero maggiore di medici». «Nel frattempo non lasciamo nulla di intentato. Neppure per quanto riguarda la carenza di medici di famiglia -conclude Benazzi- ogni mese viene fatto il punto nella conferenza dei sindaci. Molti primi cittadini si sono già attivati per offrire locali per gli ambulatori a condizioni favorevoli. E ora stiamo cercando di trovare una soluzione anche per attivare un sistema di trasporti sociali per i pazienti che faticano a spostarsi e a raggiungere lo studio del proprio medico di famiglia».
 

Ultimo aggiornamento: 1 Aprile, 10:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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