Ucciso dalla Sla a 53 anni, gli amici continuano la battaglia di Mauro

Martedì 27 Agosto 2019 di Denis Barea
Ucciso dalla Sla a 53 anni, gli amici continuano la battaglia di Mauro
Domani a Ponzano l'ultimo saluto a Mauro Benetton, scomparso a 53 anni: l'ex operatore sanitario della casa dei Gelsi ha portato a termine l'ultima tappa della sua vita circondato dall'affetto dei familiari e dei tanti amici per i quali era diventato un simbolo di coraggio con cui ha affrontato i 5 lunghi anni durante i quali ha combattuto la sua battaglia contro quella che chiamava la bestia. Tanto è durata infatti la resistenza alla sclerosi laterale amiotrofica che lo aveva colpito a 48 anni. La sua esperienza è diventata un libro dal titolo la Coccinella, scritto a quattro mani con Francesco Dal Poz, figlio del grande amico di sempre Antonio.
Pagine in cui Mauro Benetton raccontando di sé e della malattia ha voluto lasciare molto più di una testimonianza, consegnando al lettore parole che regalano una riflessione importante sui veri valori della vita e che a tratti sembra essere una sorta di codice di condotta indispensabile per comprendere il significato dell'esistenza per un uomo che la tragedia della morte l'ha vista per anni leggendo negli occhi dei malati terminali di cancro di cui si occupava ogni giorno.
La bestia aveva bussato alla sua porta nel 2014: prima i problemi agli arti inferiori, poi le difficoltà a deambulare. Una sofferenza che presto aveva contagiato anche le braccia. Di lì a poco è arrivata la diagnosi terribile che lo condannava a una sfida destinata ad essere perduta ma che lui ha voluto affrontare a testa alta, con tenacia e sostenuto dall'amore della moglie Claudene e delle figliolette Sofia e Alessia.
Da oramai tre anni Mauro Benetton non riusciva più a muoversi e poteva comunicare solo attraverso un puntatore oculare.
Ma anche la prova della prigionia nel letto non gli ha tolto la serenità e la voglia di godersi un giorno dopo l'altro, sorretto da quel desiderio di dare speranza alla speranza che è il filo conduttore del libro dato alle stampe nel 2017 in cui racconta dell'attaccamento a una vita da poter vivere il più a lungo possibile restando l'uomo che era sempre stato malgrado la malattia si fosse impadronita un pezzo alla volta del suo corpo.
LA CASA DEI GELSI
Allo stesso tempo Mauro Benetton non aveva voluto perdere i contatti con quello che per tanto tempo è stato molto più di un lavoro: la Casa dei Gelsi, i colleghi con cui dava dignità e un senso alle giornate dei malati terminali e l'Advar, alla cui festa per il 30esimo dalla fondazione aveva voluto partecipare malgrado le difficoltà a spostarsi. Mauro, raccontano gli amici, è rimasto positivo e sereno fino all'ultimo istante.
MESSAGGIO DI SPERANZA
«Siete dei cari amici ha detto agli amici più stretti prima di congedarsi dalla sofferenza senza essersi però mai arreso alla bestia, che ha contribuito a far conoscere raccontando come se si fosse trattato di un diario la spaventosa esperienza della sofferenza causatagli dalla malattia.
Ed è proprio la sua straordinaria voglia di vivere che le tante persone che gli hanno voluto bene celebreranno domani. Non solo per dire addio all'amico quanto per testimoniare il suo meraviglioso e straordinario messaggio di speranza.
 
Ultimo aggiornamento: 10:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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