LA STORIA - Era una calda giornata di luglio 1974 quando l'escavatore della cava Codello di Colbertaldo di Vidor venne fermato all'improvviso. C'era qualcosa di strano in quella benna che stava scavando tra i sassi e le argille. L'operatore della macchina si accorse subito che quegli enormi frammenti di ossa che stavano spuntando dovevano appartenere di certo ad un grande animale. Appartenevano ad uno dei più straordinari esemplari di mammut mai ritrovati nel territorio italiano. Le ossa, sepolte nell'argilla, giacevano sparse e già dopo i primi scavi si potevano riconoscere le vertebre, il cranio, un molare, alcune costole, le caratteristiche zanne oltre alla tibia e il femore di una zampa. Subito la notizia si diffuse in tutto il territorio della pedemontana dove il mammut divenne un piccolo idolo tra gli appassionati. Nei giorni seguenti fu chiamato un gruppo di esperti per seguire le delicatissime fasi di recupero dei resti dell'animale che nel frattempo alcuni giovani volontari del Centro Montelliano di Ricerche avevano battezzato simpaticamente Gaetano.
Ultimo aggiornamento: 12 Aprile, 13:15
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