Ubriaco al volante, uccise un 17enne, la Cassazione boccia il ricorso del poliziotto: niente patente

Mercoledì 13 Marzo 2024 di Giuliano Pavan
Samuel Seno e Davide Pavan

PAESE - Dopo aver patteggiato 3 anni e sei mesi per omicidio stradale, il poliziotto Samuel Seno, 32enne di Paese, aveva presentato ricorso in Cassazione per riottenere la patente di guida, revocata come pena accessoria alla sentenza . La Corte di Cassazione ha però rigettato il ricorso: la decisione è legittima vista la gravità della condotta contestata. Seno, infatti, quando investì e uccise Davide Pavan, il 17enne di Morgano che in sella al suo scooter stava tornando a casa, stava guidando con un tasso alcolemico di 1,26 grammi per litro, rilevato con gli esami del sangue.

Il primo alcoltest eseguito sul posto dopo l'incidente segnava addirittura 1,50. La seconda prova, ripetuta a distanza di circa un quarto d'ora, aveva registrato invece 1,20, segno che la curva di assorbimento dell'alcol era ormai in fase calante.

L'INCIDENTE
Erano da poco passate le 21 dell'8 maggio 2022: sia Davide che Samuel stavano tornando a casa. Il poliziotto aveva passato un pomeriggio con i compagni del Rugby Paese per festeggiare il quarto posto nel campionato di Serie A. Musica, cibo, baldoria e un brindisi tutto dedicato al 29enne, che aveva annunciato di voler lasciare la squadra per fare l'agente a tempo pieno. Il 17enne aveva invece passato il pomeriggio con la fidanzata. In via Olimpia, all'altezza di una doppia curva, l'auto di Seno travolse lo scooter del giovane, che non ebbe scampo.

LA PERIZIA
Una perizia della Procura aveva stabilito che, oltre a guidare sotto l'effetto di alcol, il poliziotto correva troppo: la stima era che il 32enne avesse affrontato la curva a una velocità compresa tra gli 80 e gli 85 chilometri orari. Troppo per riuscire a mantenere in traiettoria la sua Volkswagen Golf sulla curva che piegava verso destra. Infatti ne ha perso il controllo, ha invaso la corsia opposta e ha centrato in pieno lo scooter di Davide Pavan. Il ragazzo, sempre secondo i risultati della perizia cinematica, viaggiava a 44 chilometri all'ora, indossava correttamente il casco, non aveva assunto alcol o altre sostanze e il motorino non era stato "truccato". Sempre secondo la perizia, lo studente avrebbe avuto al massimo un secondo per accorgersi che l'auto gli stava piombando addosso. Un lasso di tempo troppo breve anche solo per accennare una reazione.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci