Incidente mortale a Colfrancui. La mamma morta 8 anni fa, il papà invalido e la vita che torna a spezzarsi: «Mio fratello ce la farà, ha mosso un dito»

Lotta tra la vita e la morte il 23enne rimasto gravemente ferito nell'incidente di Colfrancui, al suo fianco ogni giorno la sorella 25enne

Mercoledì 7 Febbraio 2024 di Valeria Lipparini
Chiara Bortoletto e Luigi

VIDOR - Gli occhi lucidi, stanca da una notte insonne al capezzale del fratello. Chiara si prepara un caffè, in fretta, per tornare in ospedale. Ad animarla una speranza sottile e la voglia, mista a tanto dolore, che Luigi torni a casa, a Vidor, per il suo compleanno. «Voglio che si alzi da quel letto di ospedale, che guarisca e torni da noi. Voglio preparagli una sorpresa per quando sarà qui, a casa. Compie gli anni il 14 febbraio, la festa di San Valentino» lo dice e le scappa un sorriso, quasi a cancellare una notte di angoscia. Ma non basta. Gli occhi tornano a riempirsi di lacrime. Quel fratello, insieme al più grande, sono tutta la sua famiglia. La mamma è morta di malattia otto anni fa. E il papà è invalido e vive a Montebelluna. Luigi sta combattendo la sua battaglia, sta lievemente migliorando. Progressi impercettibili. «Sono stata con lui per tutta la notte e stamattina (ieri mattina) le infermiere del reparto mi hanno detto che ha risposto ai primi, semplici, comandi» dice. Muove un dito, a richiesta.

E altri minimi segnali. Dopo una notte di angoscia per lei è stato come un balsamo leggero.

L'incidente: fidanzata morta, lui gravissimo


Luigi, 23 anni, era in auto con Chiara Bortoletto, la 25enne morta lunedì pomeriggio nell'incidente stradale di Colfrancui. Erano le 15 e la Mazda Mx5 cabrio procedeva da Colfrancui verso Faè. Dopo il rettilineo, in via Fraine, l'auto è uscita di strada in prossimità della curva finendo nel fossato, ruote all'aria. L'abitacolo sommerso dall'acqua. La vettura è stata tirata su da un camion munito di gru. Chiara - strano caso delle sorte, le due donne più importanti nella vita di Luigi hanno lo stesso nome - aveva ancora la cintura allacciata. Ma era morta. Luigi, invece, respirava ed è stato portato in ospedale d'urgenza. «Torno da lui, voglio stargli vicino ogni minuto» dice Chiara, la sorella, che lavora in un supermercato della zona.
Parla del fratello e di quell'amica per lui tanto speciale che conosceva bene perchè era stata a scuola con lei, alle superiori. «Chiara era solare, aveva un'energia positiva che contagiava. Aveva contagiato anche mio fratello. Lui timido, lei vulcanica. Amanti tutti e due della montagna, delle lunghe camminate in mezzo alla natura. Pensare che non c'è più è un peso grande. Ma poi mi dico che devo essere forte per aiutare mio fratello. Non posso abbandonarmi alla disperazione».

Lo schianto ha cancellato tutto in un attimo

Luigi lavora come idraulico in una ditta di Cornuda. Aveva telefonato alla sorella poche ore prima dell'incidente. «Doveva accompagnarmi dai carabinieri a sbrigare una formalità e poi dovevamo andare a mangiare la pizza insieme» riannoda i ricordi la sorella. Ma lo schianto ha cancellato tutto in un attimo. «Ci rifaremo, andremo a mangiare cento pizze insieme» promette Chiara. E tiene in mano gli occhiali di Luigi. «Sono stata in camera sua a guardare i suoi oggetti, uno per uno. Mi dà forza. So che è in ospedale ma spero che torni presto da noi. Per me è il mio fratellino, il piccolo da proteggere, anche se lui non voleva. Ora la forza deve darmela Luigi».

Famiglia distrutta


La porta di casa si apre ed entra il fratello più grande. «Il dolore è troppo grande, cercate di capire. Siamo distrutti» dice. E, mentre usciamo, una vicina ci viene incontro: «Loro tre sono una forza, una famiglia unita che ha attraversato l'inferno più e più volte. Supereranno anche questa».
 

Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 08:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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