Parto improvviso in ambulanza, la neonata rischia di soffocare

Lunedì 8 Ottobre 2018 di Gabriele Zanchin
Parto improvviso in ambulanza, la neonata rischia di soffocare
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CRESPANO DEL GRAPPA - Parto d'emergenza nell'ambulanza del Suem 118 di Crespano del Grappa allestita frettolosamente come sala parto. Così è nata Lina, terzogenita di una coppia marocchina di Borso. Un parto non solo improvviso, ma anche difficile: la neonata aveva il cordone ombelicale intorno al collo e ha rischiato il soffocamento. La professionalità e il pronto intervento di tutto lo staff medico e infermieristico hanno permesso, però, di scrivere il lieto fine a questa storia. Mamma e neonata sono state ricoverate a Castelfranco e stanno bene. 
Sono le 8.55 di ieri quando la coppia di marocchini arriva a piedi alla guardia medica di Crespano. Di turno ci sono due medici, più un medico del Suem 118, gli infermieri e i volontari in servizio. È presente anche il direttore, Aurelio  Tommasi, per alcune impellenza burocratiche. La donna, 32 anni, incinta al nono mese del suo terzogenito, ha forti dolori all'addome. I medici capiscono subito che non c'è tempo da perdere e decidono di allestire un'ambulanza per trasportare la donna in ospedale a Castelfranco e farla partorire. Ma l'ambulanza non fa in tempo a partire: in pochissimi istanti la situazione precipita. La donna si accascia sul piazzale in preda a un dolore lancinante. Viene fatta stendere su una barella. E in quel momento i medici si accorgono che la piccola ha fretta di nascere. Impossibile far partire il mezzo. La donna deve partorire. Scatta il piano d'emergenza. Vengono chiamati tutti i medici presenti, compreso il direttore, che si precipita nel piazzale. Infermieri e volontari allestiscono una sala parto volante all'interno dell'ambulanza. In pochissimi attimi tutto è pronto. Ci sono quattro medici, infermieri, volontari intorno alla partoriente mentre il marito impaurito, smarrito, in preda alla tensione è accovacciato poco lontano. Alle 9.06 Lina nasce. Ma la tensione non cala. La piccola ha il cordone ombelicale avvolto attorno al collo. Senza perdersi d'animo il dottor Tommasi toglie il cordone ombelicale dal collo della piccola, che rischia di soffocare. Il pianto di Lina arriva come una liberazione: è il segnale che tutto è andato bene.
IL LIETO FINE«Diciamo che è stato importante quanto appreso in un master in emergenze a cui ho partecipato di recente», il commento a caldo di Tomasi che aggiunge «quel cordone avvolto nel collo ci ha fatto prendere un po' di paura, ma siamo riusciti a risolvere bene la situazione che si era complicata». Terminata l'emergenza la madre è stata portata a insieme alla neonata in ospedale a Castelfranco, dove ad attenderla c'era un pediatra ed un'ostetrica. «Non è la prima volta che accade un fatto del genere, ma non è nemmeno così frequente - spiega Tommasi - quasi sempre però sono coppie di extracomunitari della Pedemontana che magari vengono qui per comodità o perché non conoscono bene la prassi. In questo caso vale però la pena sottolineare il grande lavoro di squadra, determinante perché abbiamo proprio lavorato sui secondi ed è andata bene. È stata un'esperienza forte affrontata con grande professionalità da medici, infermieri e volontari».
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