Grandine, danneggiati beffati: serve la perizia, costa più del risarcimento

Sabato 3 Novembre 2018
I chicchi di grandine grandi come mele caduti su Vittorio Veneto il 28 giugno 2017
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VITTORIO VENETO - Beffa perizia per molti vittoriesi che a fine giugno 2017 hanno subito danni sulle abitazioni per la grandine caduta con dimensioni di palline da tennis - ma anche di meloni - in alcune zone della città. Il terzo atto della richiesta di risarcimento danni, aperto a coloro che non coperti da assicurazione avevano patito danni sull'abitazione principale e già avevano presentato i precedenti moduli in municipio, chiedeva infatti di allegare ai nuovi documenti anche una perizia asseverata: nove pagine sottoscritte da un tecnico. E chi aveva subito danni contenuti, si è così visto costretto a desistere, perché la perizia costava di più di quanto avrebbe forse ricevuto dallo Stato.

 

IL CASO
Sono stati gli stessi tecnici, interpellati, a sconsigliare andando contro il loro interesse questi cittadini a proseguire nell'iter che scadeva martedì scorso. «Quel 28 giugno di un anno fa, la grandine ha sfondato i vetri dei due lucernari che ho sul tetto dell'abitazione testimonia B.A. - oltre a causare ingenti danni alla copertura. Se per il tetto l'assicurazione mi ha ristorato i danni, coprendo quindi le spese sostenute, per i lucernari no. E il costo per sostituire i due vetri, fattura alla mano, è stato di 570 euro. Per questi danni, a luglio 2017 avevo protocollato in municipio, dopo la prima segnalazione fatta pochi giorni dopo quel 28 giugno, il nuovo modulo predisposto dalla Regione e che il Comune aveva messo a disposizione dei cittadini, documentando il tutto con materiale fotografico, nonché l'intervento di sostituzione eseguito da una ditta specializzata». Lo scorso mese, si è aperto il terzo atto dell'iter per ricevere risarcimenti dopo che per quell'episodio di maltempo era stato anche dichiarato dalla Regione lo stato di emergenza riconosciuto poi dal Governo. Il Consiglio dei Ministri aveva stanziato 15 milioni di euro, di cui 5 milioni per i danni di privati sull'abitazione principale e 10 milioni per quelli delle attività produttive.
IL PROBLEMA
Per accedere a quei contributi, serviva però compilare nuovi moduli, predisposti dalla Regione, che andavano presentati in municipio entro il 23 ottobre. Se le domande, a luglio 2017, erano state 2.500, molto meno ora, perché c'è chi ha desistito visto i costi che avrebbe dovuto sostenere. «Presa visione di tutta la nuova documentazione, ho sentito un tecnico per capire quanto mi sarebbe costata la perizia prosegue B.A. - Spiegato che avevo 570 euro di danni, il tecnico mi ha sconsigliato di proseguire, perché per la perizia avrei speso 330 euro, senza avere alcuna certezza sulla somma del risarcimento».
Claudia Borsoi

Ultimo aggiornamento: 5 Novembre, 12:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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