TREVISO - La gioielleria come professione, la musica e le arti come passione. E quel sogno dell'aeronautica sempre rimasto nel cassetto. Treviso dà l'addio ad Alberto Giraldo, uno dei suoi ultimi uomini di statura, personaggio dal sorriso franco e dalle robuste passioni. L'arte orafa non era nei suoi piani, ma finì per diventare il suo destino. E il motivo è tutto racchiuso in una freddo tardo pomeriggio del 19 dicembre 1945 quando il negozio di suo padre venne messo in ginocchio da una rapina. Alberto, giovane e brillante studente di ingegneria aeronautica, chiuse i libri e si rimboccò le maniche insieme ai fratelli. E un 19 dicembre di molti anni dopo, nel 1980, i Giraldo sarebbero stati vittima di un altro terribile caso di cronaca nera. Sequestrati e imbavagliati nella casa di famiglia da Giusva Fioravanti e Francesca Mambro, genitori e figli sotto il tiro delle armi finché Alberto non portò i terroristi in bottega consegnando le chiavi della cassaforte. Lunedì alle 11 a Santa Maria Maddalena la città gli darà l'ultimo saluto: con i suoi 89 anni se ne va la favola aurea di un uomo all'ombra di piazza dei Signori, testimone oculare di una città che ha saputo trasformarsi per entrare, infine, con le sue piccole storie nella storia grande...
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