Giacomina aveva paura del marito: «Ho
i giorni contati, prima o poi mi uccide»

Domenica 22 Aprile 2012 di Claudia Borsoi
Raffaello Salvador e Giacomina Zanchetta
TREVISO - Prima o poi mi uccide. Ho i giorni contati. Non ce la faccio pi. Era questo lo stato d'animo, la sensazione, la paura, il presagio che Giacomina Zanchetta, la 67enne freddata con un colpo di fucile all'addome dal marito Raffaello Salvador, aveva confessato alle amiche più intime di Vittorio Veneto (Treviso), quelle che conosceva da molti anni. A loro nelle settimane che hanno preceduto il drammatico epilogo, Giacomina aveva raccontato tutto. Era riuscita ad aprirsi, a confidare quel tormento che aveva minato la sua vita coniugale e che, quando Raffaello era andato in pensione, aveva preso una svolta ancor più negativa, culminata nel tragico omicidio-suicidio.



Giorno dopo giorno il 72enne, ex aiutante maresciallo dell'Aeronautica, uomo dal carattere forte, era diventato sempre più possessivo nei confronti della moglie. Anche le amiche del coro della parrocchia di Santi Pietro e Paolo, che Giacomina la conoscevano bene, lo avevano notato. «Cantava con noi da oltre vent'anni - ricordano - poi ha iniziato a diradare le sue presenze, finendo solo per partecipare al coro della speranza, quello dei funerali. Finite le prove non si fermava mai con noi, andava subito a casa. Non partecipava nemmeno ai momenti di festa». Per Giacomina la parrocchia, il coro e la messa, erano le uniche occasioni per uscire di casa, oltre alle visite ai fratelli, Claudio e Dino, e ai figli. La sua vita sociale, negli anni, si era ridotta all’indispensabile.



Il disagio, che viveva quotidianamente tra le mura di casa, Giacomina l’ha confidato soltanto alle amiche più intime. A loro aveva parlato come un libro aperto. «Non ce la faccio più, mi aveva detto piangendo non molto tempo fa - rivela una cara amica della 67enne -. E non era la prima volta che si confidava con me. Le avevo risposto: Giacomina, vai via. Ma lei non se la sentiva di abbandonare il marito, erano sposati da troppi anni». Per la 67enne rompere gli oltre 40 anni di matrimonio era un peso enorme. «Ha sofferto le pene dell’inferno, ma non lo faceva vedere a nessuno - aggiunge l'amica -. Solo chi la conosceva bene, sapeva quanto soffriva tra le mura di casa».



Giacomina si era sposata con Raffaello alla fine degli anni Sessanta: si erano conosciuti a Santi Pietro e Paolo, il quartiere in cui entrambi erano cresciuti e in cui, una volta sposati, avevano deciso di metter su famiglia. Avevano avuto due figli, Giovanni e Sabrina. «Anche i figli le avevano detto di andare via di casa, ma lei non voleva. Per rispetto nei loro confronti non se la sentiva di abbandonare il marito» spiega un'altra amica della vittima.



Una donna del coro, alcuni giorni fa, era andata a casa dei Salvador per eseguire dei lavoretti: «In casa era solo lui a parlare, lei se ne stava zitta. Mi faceva tanta pena. Povera Giacomina». «Io non avrei sopportato un uomo così - si sfoga una donna che da anni aveva instaurato un rapporto di amicizia con Giacomina -. Esternamente era caro e buono, ma nell’animo era un bruto».
Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 20:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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