Pericolo pubblico e precedenti con donne e coca: ecco chi è Florin

Mercoledì 3 Ottobre 2018 di Alberto Beltrame
Florin Stingaciu
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VILLORBA - Florin Stingaciu era un tipo pericoloso. Aveva il culto delle macchine di grossa cilindrata, portava tatuaggi degni di un narco e sul suo profilo Facebook, oscurato dopo l'omicidio, appaiono video di pestaggi, malviventi e pistole. Ma soprattutto girava armato. Il 26enne rumeno accusato di aver scagliato la coltellata mortale che sabato sera ha ucciso Igor Ojovanu, 20enne di origini moldave, è un soggetto già noto alle forze dell'ordine. Non solo per il presunto giro di squillo nell'appartamento della fidanzata Tatiana, da cui è sceso armato di coltello assieme al 28enne albanese Rubin Xhika provocando la carneficina conclusasi con il ferimento di quattro ragazzi, oltre all'assassinio del ventenne, che stavano festeggiando l'addio al celibato di uno di loro. Ma anche perchè pizzicato in auto con degli oggetti pericolosi, utilizzabili come fossero vere e proprie armi.
 

 


Tra i suoi precedenti di polizia spicca una denuncia per porto di oggetti atti ad offendere. Risale a pochi mesi fa, allo scorso aprile per la precisione, e le forze dell'ordine non poterono far altro che segnalarlo alla Procura. Non è l'unica querela ricevuta dal 26enne, che in un'altra occasione venne pizzicato ubriaco al volante: ricevette una denuncia per guida in stato d'ebbrezza. 
 
IL SEQUESTRO DELL'AUTOPoi ci sono i motori e i potenti bolidi su cui viaggiava, sempre con targhe straniere, talvolta bulgare, talvolta moldave. Sul Porsche Cayenne bianco con cui scorrazzava in quartiere da circa un anno, a quanto pare finito dal carrozziere per un'uscita di strada, ce n'era per l'appunto una moldava. Il veicolo, in effetti, non era nemmeno intestato a lui, ma a un altro straniero. L'unica auto di proprietà di Stingaciu (che in passato utilizzava anche una Mercedes ora senza targhe e di fatto da rottamare, presente ancora nel parcheggio di Largo Molino), è una Bmw grigia posta sotto sequestro sabato notte dai carabinieri della compagnia di Treviso. A differenza dell'appartamento in cui abita il 26enne, dove sono stati trovati i due coltelli utilizzati per la mattanza (uno dei quali ancora sporco di sangue), nella Bmw non sarebbe stato raccolto alcun reperto.
PISTE DI STUPEFACENTELa ferocia con cui è avvenuta l'aggressione di sabato sera, innescata da un battibecco banale tra una parte dei ragazzi moldavi dell'addio al celibato organizzato per Ion Bagrin, che abita pure lui in via Largo Molino, e Stingaciu, in quel momento a rientrato a casa dopo la prima caccia all'uomo (due ragazzi erano subito scappati), ha subito fatto pensare che gli accoltellatori fossero sotto l'effetto di qualche sostanza. E in effetti qualcosa è stato trovato: sulla carta d'identità del 26enne rumeno, di fatto una tessera plastificata, sono state trovate rinvenute di polvere bianca, presumibilmente cocaina. Avrebbe usato la tessera insomma per preparare delle piste di stupefacente. Che Stingaciu, e forse anche Xhika (soggetto non noto alle forze dell'ordine), fossero fuori controllo, lo conferma anche il fatto che il 26enne, inseguito dalla fidanzata Tatiana che cercava di fermarlo, nella bolgia ha colpito con una coltellata pure lei, ferendola al gluteo destro. La donna, sentita domenica dai carabinieri, era poi salita a bordo della Punto con cui Stingaciu e Xhika sono scappati per poi raggiungere l'ospedale, dove sono stati fermati dai carabinieri del maggiore Stefano Mazzanti, che avevano già diramato una nota d'allerta alla polizia di frontiera.
L'ALTRO PESTAGGIOSubito dopo l'omicidio di Igor gli investigatori hanno cercato di capire se, oltre alla semplice lite scatenata dal troppo baccano di cui erano accusati i giovani moldavi, vi fosse stato un regolamento di conti.
Igor infatti, così come altri suoi amici vittime del massacro, a inizio estate erano stati coinvolti in una rissa, avvenuta a Silea, e per questo denunciati. «Quella storia non c'entra niente - spiega Michele, presente quella sera -. Igor aveva giocato a ping pong con dei moldavi, tutti sulla quarantina, e uno di loro, ubriaco, gli aveva sferrato un pugno solo perchè era stato stracciato. Siamo intervenuto in 4 per difenderlo: a me hanno rotto la mascella, a Stefan il naso, l'altro Stefano ha subito un trauma cranico e Igor si è slogato una caviglia. Ci siamo tutti rivolti agli avvocati, compresi loro, e per questo è scattata la denuncia. Ma quella è tutta un'altra storia. I moldavi che ci hanno picchiato erano ubriachi. Quelli dell'altra sera, sono sicuro, erano strafatti».

Ultimo aggiornamento: 09:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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