Il fiume Piave "massacrato": scavi e cemento: «Così lo distruggete»

Lunedì 24 Luglio 2017 di Manuela Collodet
Il fiume Piave "massacrato": scavi e cemento: «Così lo distruggete»
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MORIAGO DELLA BATTAGLIA - Zone di esondazione ridotte a paesaggi lunari, boschi ripariali scomparsi, aree umide e alvei bonificati o addirittura cementificati. Argini, canalizzazioni, sbarramenti, irregimentazioni. Interventi massicci che comportano un'alterazione totale delle rive e dell'alveo. Prelievi idrici e centraline, e conseguenti secche, o magre che dir si voglia, che da eccezione sono diventate una costante. Ormai, dicono gli esperti, siamo alla stretta finale. La vita biologica del Piave rischia un declino che potrebbe vedere la trasformazione o addirittura la completa distruzione di interi bacini idrografici

La grande contesa è salvare il Piave. Un grido d’allarme che arriva dalla società civile. Non solo associazioni ambientaliste, ma anche docenti universitari, pescatori, insegnanti, escursionisti, ricercatori, contadini, sportivi. Un girotondo di anime libere e un solo grande obiettivo: salvare un ecosistema saccheggiato da troppi interessi. «Il bacino del fiume sacro alla Patria è tra i più sfruttati e artificializzati d’Europa». Inizia così il “Manifesto per la Piave”. Un j’accuse senza remore che vuole risposte. Regione, ministero dell’Ambiente e Unione Europea. Questi i destinatari di un manifesto, firmato da migliaia di persone che chiedono una politica seria di risparmio idrico e il blocco di qualsiasi intervento invasivo sul fiume, a partire da nuove dighe, ulteriori sbarramenti, costruzioni e vigneti nelle aree golenali, asportazione di quantitativi non giustificati di ghiaia e di taglio non giustificato della vegetazione ripariale...
 
 
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