Francesca, la trevigiana che crea fisarmoniche per tutto il mondo

Lunedì 29 Maggio 2017 di Edoardo Pittalis
Francesca, la trevigiana che crea fisarmoniche per tutto il mondo
«Da Natale a San Giovanni si lavora molto bene, da San Giovanni a Natale è il periodo in cui si sta fermi col legno. Si lavora in luna calante per la parte in legno nei giorni in cui la luna non è in una costellazione di acqua, perché c'è molta umidità e il legno ne assorbirebbe troppa. La luna sta in una costellazione 2 giorni e 8 ore e una costellazione ogni quattro non è di acqua. Per fare una fisarmonica ci vogliono circa diecimila pezzi, ma io non li ho mai contati. Però ho contato le ore di lavoro: 450. Si possono fare al massimo cinque strumenti in un anno».

Francesca Gallo, 41 anni, trevigiana, è l'unica donna in Italia a fabbricare fisarmoniche vendute in tutto il mondo. Hanno doppio marchio: Galliano, da Luciano Gallo che ha voluto come simbolo due leoni di San Marco che reggono la fisarmonica; Ploner che è la più antica fabbrica d'Italia, nata nella Trieste ancora austriaca. L'ultimo erede ha cercato un artigiano che garantisse continuità, si è fermato nella bottega di Francesca. Lei suona la fisarmonica e il pianoforte, è diplomata in canto lirico al Conservatorio di Conegliano, si è esibita da soprano verdiano anche negli Usa, poi ha lasciato il melodramma per la canzone popolare. C'era, col suo strumento e la sua voce, nei giorni dell'adunata degli Alpini a Treviso.



La prima volta con la fisarmonica?
«Ho cominciato a 7 anni perché a Preganziol, il paese dove sono cresciuta e dove mio padre Luciano aveva aperto un laboratorio, era nata una scuola di musica. Il maestro era molto severo, ogni volta che sbagliavo mi batteva sulle dita della mano e più batteva, più mi allontanavo. Da bambina ero silenziosa, praticamente invisibile. Guardavo, non avevo tempo di parlare. Mi piaceva stare con i grandi e ascoltare le storie che raccontavano. A casa mia si è sempre guardata pochissima televisione, infatti io no ce l'ho. Era un filò continuo, e mio padre è ancora così. A volte viene in bottega mentre lavoro e incomincia a raccontare».
Poi il conservatorio?
«A 16 anni ho fatto una ricerca sulle canzoni popolari venete, giravo per le campagne in bicicletta, fisarmonica sulle spalle. Mi facevo raccontare dalle persone la loro storia, specie del tempo di guerra. Facevano fatica a cantare, la fisarmonica aiutava perché li coinvolgeva. È stata la gente semplice a insegnarmi la sonorità. Non avevo fiducia nella mia voce, mi mancava lo studio specifico e il Conservatorio ha cambiato la mia identità musicale, l'ha ingentilita. Ho cominciato con Mozart, alla fine hanno scoperto che sono un soprano verdiano, non potevo avere l'accento grezzo della voce contadina. Ma anche fare il soprano era una guerra continua, eravamo tanti. Ho cantato la Traviata a Dallas nel Texas, abbiamo studiato alla North Texas University, dove ci siamo esibiti con un successo straordinario. Ci avevano presi per grandi interpreti dell'opera italiana! Ho lavorato come solista per l'Orchestra Sinfonica della Rai di Torino, anche al Lingotto, poi a Bologna, a Trieste. Mi manca la Fenice, ma era chiusa per l'incendio, proprio nei miei anni. Pensare che alle medie l'insegnante di musica mi disse: Non ho mai sentito nella mia carriera una bambina stonata come te. Quell'anno ci portarono in gita scolastica a Verona e io, guardando il palco dell'Arena, dissi: Te la farò pagare!. Eccomi qui».

Dal classico al folk?
«Sentivo la mancanza della spontaneità del mondo contadino, hanno prevalso le storie che a volte sembravano perfino inverosimili da chiedermi: Mi stanno prendendo in giro?. Così ho lasciato l'ambiente classico e ho deciso di unire la mia passione per la ricerca storica al mio strumento. Un'estate nell'aia di una casa colonica in centro a Preganziol con un gruppo di amici abbiamo incominciato a raccontare tutte le storie raccolte, tra le balle di paglia portate dai contadini. Chiamavo le persone del paese per i soprannomi, le mende che li distinguevano perché tanti avevano lo stesso cognome. Non mi bastava, mi sono inventata il mestiere: la cantastorie. Però a quel punto avevo fame di nuove storie, così sono partita sulle tracce degli emigranti con in tasca solo i gettoni per telefonare a casa. Avevo fatto costruire da mio padre una fisarmonica su misura del bagaglio internazionale e via per il Belgio e poi per il Canada».



Cosa ha trovato?
«In Belgio ho sfogliato i registri delle vecchie miniere per cercare quelli del mio paese. Sono scesa a più di mille metri sotto terra per capire come vivevano i minatori. Suonavo e cantavo per strada, il periodo più lungo l'ho fatto a Mons, davanti alla casa di Van Googh. Alle sei del pomeriggio il paese si spegneva. Ho scritto tutto quello che raccoglievo in un diario che non ho mai più aperto. Lavoravo come cameriera in un ostello, in cambio di vitto e alloggio. Poi ho capito che il tuo paese è la tua identità. A farmi rinunciare alla carriera di musicista classica era stata la paura di non avere un posto in cui tornare, di non avere una tana».

Dove vanno queste fisarmoniche?
«I miei strumenti hanno visto tutti i continenti, adesso con i musicisti sono in Australia. Il grande Giovanni Boscariol ha suonato una mia fisarmonica al Festival di Sanremo; ha anche accompagnato Eros Ramazzotti, Fiorella Mannoia, Claudio Baglioni. Ha idee chiare sullo strumento, per lui li realizzo su misura. Gli organetti, invece, li porta in giro Orlando Maxia, sono inseparabili. Non ci sono entrata io, ma alla Fenice è entrata la mia fisarmonica: l'ha suonata Gualtiero Bertelli quando lo hanno premiato come artista veneziano dell'anno».

Cosa significa creare una fisarmonica?
«Quando si lavora col legno, lo senti proprio suonare, senti il calore e il suono che poi uscirà. La parte in legno viene dagli stessi alberi che ha scelto mio padre 25 anni fa. Quando si producono le voci, allora quello è il momento magico: capisci come suonerà. E ti emozioni a imbracciarla. Io amo ballare il tango argentino, immagino subito la musica che mi avvolgerà».
Ultimo aggiornamento: 25 Giugno, 16:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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