Ultimi ritocchi, la Treviso-Ostiglia è finalmente ultimata

Giovedì 21 Marzo 2019 di Elena Filini
Ultimi ritocchi, la Treviso-Ostiglia è finalmente ultimata
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Ultimi cartelli, paletti sistemati e le pompe idrauliche al sottopasso: ma di fatto la Treviso-Ostiglia è conclusa. «Stiamo attendendo la disponibilità del Governatore Zaia per l'inaugurazione - afferma Enrico Specchio, referente regionale per la Treviso Ostiglia - ma i primi giorni di aprile anche l'utlimo tratto sarà aperto». Si conclude dunque con la primavera la storia infinita della ciclabile: «Manca davvero pochissimo - è il commento dell'assessore ai Lavori pubblici Sandro Zampese - poi potremo goderci l'intero tracciato». La città acquista così un percorso ciclopedonale di grande bellezza. E finalmente, dopo ritardi e lungaggini, l'opera fortemente voluta dalla Regione può dirsi completata.
IL PERCORSO
Un percorso inizialmente virtuoso e l'interruzione a pochi metri dalla fine: ecco la cronistoria dell'opera. Per essere interamente percorribile in bicicletta sono necessari il completamento degli ultimi due chilometri e mezzo che da Quinto portano al centro di Treviso, costeggiando la strada regionale Noalese, e di dieci chilometri nel vicentino. Con la delibera 533 del 21 aprile 2015 la Giunta regionale ha stanziato due milioni e mezzo di euro per il completamento dell'ultimo miglio nel trevigiano. Il 30 dicembre 2016 sono stati aggiudicati i lavori per la realizzazione dell'ultimo miglio della ciclopedonale Treviso-Ostiglia al consorzio temporaneo d'imprese che ha per capofila la ditta Brussi srl.
I RITARDI
I lavori avrebbero dovuto iniziare alla fine di febbraio 2017 e, secondo il cronoprogramma terminare entro l'anno. Però, intorno al 25 ottobre, lo stop imprevisto: lungo il sedime, all'altezza della ex Treviso Servizi, sui terrapieni che costeggiano l'area contigua alla Dogana e al Cerd, gli operai della Brussi trovano rifiuti anomali. Il cantiere viene fermato e la miscela analizzata. Il timore è che si tratti di rifiuti speciali. L'Arpav preleva dei campioni e li invia al laboratorio di analisi. Si tratta di una miscela catalizzata che fino al febbraio 1998 era considerata rifiuto non pericoloso e dunque legittimamente impiegabile. Il Comune, dunque, si chiama fuori. Questo materiale in teoria sarebbe ancora impiegabile. Ma va presentato un piano di smaltimento in discarica o di trasformazione e riutilizzo. I rifiuti rinvenuti, ripetono Arpav e Comune, non sono pericolosi per la salute dei cittadini. E non c'è rischio di percolamento nelle falde. E' novembre 2017.
LA RIPRESA
Lo stop dura fino ad aprile 2018: poi sull'ultimo miglio sono magicamente tolti i sigilli e riappaiono i mezzi della Brussi. La Regione non ha dato comunicazione ufficiale al Comune e del resto non è neppure tenuta. Ma il segnale inequivocabile è uno solo: la ripresa dei lavori. Si sa anche qualcosa di più. Il piano mira alla chiusura dell'ultimo tratto entro agosto 2018. Ofelio Michielan, al tempo assessore ai lavori pubblici, non farà in tempo a vedere il completamento sotto il suo mandato. Diversi problemi allontanano il traguardo: gli oneri di smaltimento dei rifiuti, a carico della Regione, e le problematiche ad uno dei due sottopassi che richiederanno per renderlo funzionante l'inserimento delle pompe idrauliche. Passano un nuovo autunno e un altro inverno. Ma ieri, gli operai sono ritornati e hanno confermato le positive attese. Mancano davvero pochi dettagli.
 
Ultimo aggiornamento: 22 Marzo, 11:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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