«Salvate quel profugo»: donna invia audio-messaggio al Prefetto

Martedì 25 Dicembre 2018 di Mauro Favaro
Prefettura di Treviso
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TREVISO - «Moustau è un bravissimo ragazzo. Mi sono affezionata perché si comporta come un signore. Non merita di essere rimpatriato. Abbiamo bisogno di persone come lui, impegnate a fare del bene. Se lo mandate via, mi fate un dispiacere enorme. E' giusto lasciarlo qui. Vi prego, non portatemelo via». E' un vero e proprio appello quello che Gianna Catara, 87enne trevigiana residente nella casa albergo dell'Israa, lancia al prefetto Maria Rosaria Laganà. L'anziana signora ha registrato un audio-messaggio per chiedere alle istituzioni, ai governanti, come dice lei, di non rimpatriare il richiedente asilo 23enne proveniente dal Togo, qui ospitato nell'ex caserma Serena, che da più di un anno le sta accanto andandola a trovare regolarmente in casa di riposo con il gruppo della comunità di Sant'Egidio di Treviso, coordinata da Valerio Delfino.

 LA STORIA E' una storia che non bada ai confini. Da una parte l'anziana di Treviso, molto devota alla Madonna, con alle spalle un passato da operatrice in ospedale, e dall'altra il profugo musulmano arrivato nella Marca due anni fa, dopo aver attraversato il Mediterraneo a bordo di una carretta del mare, che adesso rischia di essere espulso. Quasi amici, come nel film di qualche tempo fa che evidenziava che non esistono mondi così lontani da non potersi intrecciare. Anzi, loro ormai sono veri amici. «Gianna è una donna che non ha pregiudizi racconta Roberta Mazzeo, una delle responsabili della Sant'Egidio è interessata alle storie delle persone arrivate in Italia per chiedere asilo. Si sforza di parlare in italiano per riuscire a comunicare nel migliore dei modi. Cerca sempre di essere utile agli altri». Ma ora questo rapporto potrebbe spezzarsi. Un paio di settimane fa Moustau è stato convocato dalla commissione territoriale chiamata a valutare la sua richiesta di asilo.

 GUERRA CIVILE Proprio dopo l'approvazione del decreto Sicurezza che ha di fatto cancellato la protezione per motivi umanitari. «Ho un po' di paura.
Attendo la risposta. Ma non so quale potrà essere la decisione dice il 23enne vorrei continuare a vivere in Italia. La situazione in Togo è drammatica. C'è una guerra civile. Il governo sta ammazzando la popolazione. Sono andato via per motivi religiosi: eravamo perseguitati. Non è pensabile tornare lì». Moustau si è inserito molto bene nella Marca. In meno di due anni ha imparato l'italiano grazie alla scuola messa in piedi dalla comunità di Sant'Egidio nei locali della chiesa di San Martino. Oggi lo parla senza problemi. E' inoltre diventato una delle colonne della Scuola della pace per i bambini, tenuta sempre dalla Sant'Egidio. E ogni settimana va a trovare gli anziani ospitati nelle case di riposo. A partire proprio da Gianna, che adesso ha deciso di rivolgersi alle istituzioni chiedendo loro di non rimandarlo in Togo. «Se volete sentire che ragazzo è, potete venire da me quando volete - conclude l'87enne nel suo audio messaggio - se gli consentite di rimanere in Italia, mi fate davvero un piacere enorme». 
Ultimo aggiornamento: 11:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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