«I miei 55 anni col diabete, festeggio le (prime) 80.200 punture»

Giovedì 4 Ottobre 2018 di Giulio Mondin
«I miei 55 anni col diabete, festeggio le (prime) 80.200 punture»
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CROCETTA (Tv) - 80.200. I numeri possono essere aridi, oppure crudi nella loro sinteticità. Daniela Bernardi ne ha fatto viceversa un manifesto di vita. Trovando la voglia di scherzare sulla sua malattia. Diabetica da 55 anni, ora pensionata dopo aver fatto la parrucchiera a Crocetta del Montello (Treviso), fin da piccola ha trovato le armi per convivere in serenità con un ospite inatteso. Tanto da non perdere occasione per esorcizzare ogni traguardo raggiunto. «Arrivata ai 50 anni di diabete mi sono fatta preparare una torta con il numero 73850, cioè le iniezioni a cui mi sono sottoposta spiega la signora Daniela adesso che ne ho compiuti 55, ne ho chiesta un'altra con il numero 80200».
LA SETE
Una storia che inizia nei primi anni Sessanta. Daniela è una bambina e ha sempre una gran sete, ma nessuno in famiglia ci fa caso. Al momento di pranzare la nonna porta in tavola una bottiglia di vino, riempiendola da una damigiana posta in cucina. Un giorno però la sete è troppa, così la piccola ne apre il rubinetto ed inizia a bere senza sosta, ubriacandosi fino all'arrivo dei genitori. Poi la corsa in ospedale a Castelfranco, alcuni giorni di coma ed infine la diagnosi. Diabete. «Il primario disse ai miei che solo un miracolo poteva salvarmi, loro andarono a pregare al Santo a Padova. Dopo due mesi tornai a casa, ma non potevo essere lasciata da sola. A quei tempi non c'erano tutti i sistemi di controllo di adesso, andai ad abitare da mia nonna. Lei doveva verificare di continuo le mie condizioni, mentre mia mamma imparò ad iniettarmi l'insulina».
LE DIFFICOLTÀ
Un periodo difficile. Non poter accettare dolci e caramelle, dover dire sempre di no, imparare a convivere con aghi e siringhe. Daniela però non si abbatte. «A scuola mi misero in prima fila, io credevo di essere la più brava della classe. Il motivo invece era un altro: da quella posizione la maestra poteva controllare meglio il mio stato di salute». Tutto sembra procedere bene, ma con l'adolescenza arrivano le prime crisi e la cautela lascia spazio alla voglia di trasgredire. Piccole cose in realtà, ma per una ragazza diabetica l'insidia è dietro l'angolo. «Mangiavo patatine e popcorn, bevevo succhi di frutta ed aranciate. Pensavo che nessuno mi avrebbe potuto scoprire, invece la glicemia prese a salire. Avevo 17 anni, mi resi conto che ne poteva andare di mezzo la mia stessa sopravvivenza. Così misi la testa a posto».
IL MATRIMONIO
Il matrimonio a ventidue anni con Luigi e il lavoro di parrucchiera, la vita vera e vissuta con pienezza che l'ha tenuta attiva per altri 40. Nel 2003 è scaturita l'idea di festeggiare per la prima volta la lunga convivenza con la malattia. Una telefonata all'archivio dell'ospedale di Castelfranco per appurare la data del ricovero iniziale, poi è arrivato il resto. «Ho festeggiato i quarant'anni di diabete il 9 ottobre del 2003. Nell'occasione ho invitato tutti quelli che mi hanno aiutato, facendomi preparare una torta con scritto il numero 57600. Le iniezioni che mi sono state praticate fino a quel momento».
Un brutto infarto capitatole nel 2007 non ne ha fiaccato però la resistenza. Con i numeri dalla sua parte. «Avevo 48 anni, pesavo 48 chili, sono alta 1,48. Prima del ricovero l'ultima ricevuta fiscale staccata in negozio era la 848. Tutto combacia. I numeri contano, per questo mi ritengo fortunata». Così, alla torta per i 40 anni è seguita quella per i 50. E ora l'ultima per i 55. «Dobbiamo essere ottimisti ed allegri conclude Daniela Bernardi il mio desiderio è quello di arrivare a 104 anni. Potrei così festeggiarne 100 di diabete». Un inno alla vita.
Giulio Mondin
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Ultimo aggiornamento: 5 Ottobre, 10:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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