Coltello conficcato in gola: «Assalito da due italiani e uno straniero»

Sabato 4 Agosto 2018 di Alberto Beltrame
Pietro Camatta
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TREVISO - «Sono stato assalito da tre ragazzi: due erano italiani, il terzo straniero». Prima di entrare in sala operatoria, a fatica, Pietro Camatta è riuscito a proferire qualche parola. E ai familiari, nonostante lo choc, ha detto di aver subito un'aggressione. Di esser stato accerchiato da tre soggetti, probabilmente suoi coetanei. Si è limitato a dire questo prima di venire sedato dai medici che lo hanno sottoposto a un lungo intervento, durato tutta la mattina, per ricucire la lesione all'esofago e alla trachea. «L'operazione è andata bene - tira un sospiro di sollievo il padre del ragazzo, Tiziano Camatta, rimasto per ore in apprensione nella sala d'aspetto del reparto di chirurgia del  Ca' Foncello assieme alla madre del 18enne, Anna Gatto -. Rimarrà sedato per altre 24 ore, poi si vedrà come procede il decorso operatorio. Per ora è in rianimazione ma siamo fiduciosi. I dottori sono stati molto bravi, non resta che aspettare che le cose si sistemino».

IL PRECEDENTE
Gli investigatori stanno ricostruendo con attenzione la rete di conoscenze del 18enne per cercare di capire se, negli ultimi tempi, avesse litigato con qualcuno, se avesse dei nemici, se quella dell'altra sera possa essere stata una vera e propria imboscata. «Non sappiamo se, durante la serata sulle mura possa aver litigato con qualcuno - continua il padre -, ma di certo anche se fosse stato, non riesco a immaginare che qualcuno abbia tentato di fargli del male in questo modo, accoltellandolo alla gola». C'è però un dettaglio importante ripercorrendo a ritroso l'estate di Pietro Camatta. Un primo episodio che, per sua sfortuna, lo aveva visto protagonista non lontano dal luogo in cui è stato ferito l'altra sera. Tre settimane fa, agli inizi di luglio, aveva subito una rapina. Si trovava in Riviera, vicino a Lungo Sile Mattei, quando era stato avvicinato, anche in quell'occasione, da tre soggetti. Era all'altezza dell'incrocio con il put, al Ponte de Fero. «Lo avevano minacciato con un coltello - ricorda il padre - e lo avevano rapinato. Gli avevano portato via la bicicletta, ma per fortuna non gli avevano fatto del male». In quel caso, secondo quanto denunciato ai carabinieri di Treviso, ad agire erano state tre persone di origini straniere. Si tratta di un episodio sicuramente di forte interesse per gli agenti della squadra mobile. 

I TESTIMONI
Ieri pomeriggio in questura sono stati subito sentiti gli amici di Pietro, con i quali la polizia ha ricostruito per filo e per segno, almeno finchè erano con lui, la serata del giovane. «Era uscito in bici per andare a cena da un amico e poi, assieme, sarebbero andati ad ascoltare un po' di musica sui bastioni, a Suoni di Marca.

Non sappiamo altro: solo che l'hanno ferito con un coltello dell'Ikea. Ma vi pare possibile?» diceva sconsolata ieri pomeriggio Anna, circondata dai familiari che per tutto il giorno si sono dati il turno aspettando che i medici concludessero l'intervento chirurgico e spiegassero in che condizioni era Pietro, che nelle prossime ore potrà essere dichiarato ufficialmente fuori pericolo. Nonostante non si trovi più il cellulare del 18enne e il suo portafogli fosse vuoto, elementi che fanno propendere per una rapina, la seconda a questo punto dopo quella della bici di tre settimane fa, resta da capire se lo studente, che frequenta l'istituto Turazza di Treviso, possa aver incontrato qualcuno giovedì sera sulle mura, con il quale potrebbe aver litigato prima di un possibile regolamento di conti concluso con l'accoltellamento. Di sicuro sarà lui, appena ripreso, a chiarire molti aspetti della vicenda sulla quale la polizia, per motivi investigativi, sta mantenendo il massimo riserbo.

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