Mauro morto nella cava: «Fatale il tuffo». La parola degli esperti

Lunedì 11 Luglio 2022 di Valeria Lipparini
Mauro Libralesso morto in cava
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PAESE - Il giorno dopo la tragedia che ha colpito i Libralesso il paese si stringe attorno alla famiglia. La data del funerale di Mauro, annegato venerdì notte a 33 anni nelle gelide acque del laghetto Azzurro, in via Levada a Paese, non è stata ancora definita.

Il pubblico ministero del tribunale ha aperto un’inchiesta. E ha disposto l’autopsia per determinare le cause della morte.

L’IPOTESI

Destino. Tragica fatalità. Ma anche la pericolosità mortale di tuffarsi in acque gelate. Lo dice un sommozzatore di esperienza, come Simone Roitero che per tanto tempo è stato istruttore al Centro sub Treviso. «Quando ci si tuffa di botto in acque fredde il corpo può subire la sindrome da idrocuzione. È una specie di choc termico e il cuore rischia l’arresto». Letteralmente è una sincope da immersione rapida, caratterizzata da riflessi neurovegetativi che possono causare anche morte per arresto cardiorespiratorio o annegamento. Perchè la temperatura del nostro corpo si aggira attorno ai 37°C, mentre quella del mare, lago o fiume, solitamente sui 18. Lo sbalzo è davvero eccessivo e il cervello va in tilt. È ovvio che non si sa cosa sia successo realmente quella tragica notte. Soltanto l’autopsia stabilirà quali sono state le cause della morte di Mauro Libralesso. Roitero, però, spiega che in acqua bisogna entrare con accortezza, meglio se in due. E che malori possono capitare a tutti. L’esempio è l’atleta Anita Alvarez, nella squadra Usa di nuoto artistico, che si è sentita male in piscina durante i mondiali di nuoto. Ed è stata salvata dalla sua allenatrice. «Non c’entra la preparazione atletica o l’età del nuotatore. Il tuffo in acque fredde può essere davvero pericoloso» conclude Roitero.

LE VERIFICHE

Intanto, i carabinieri proseguono con le verifiche del caso, insieme al sindaco di Paese, Katia Uberti. Sono state ricostruite anche le ultime ore di Mauro che aveva raggiunto gli amici, riuniti venerdì scorso al laghetto per una grigliata, quattro chiacchiere e la pesca in notturna. Una passione che accomunava tutti e cinque. Mauro era arrivato con un amico verso le 23. Mentre gli altri erano in riva dalle 18. Avevano preparato la grigliata, avevano messo ad arrostire la carne. E avevano portato con loro qualche birretta e un po’ di superalcolici. Il 33enne aveva bevuto qualche birra e un po’ di rum insieme agli amici. Poi, aveva detto “Ho caldo, vado a fare un tuffo”. Si era lanciato nel lago, avvolto dall’oscurità, e non era più riemerso. Gli amici avevano pensato ad uno scherzo, ma non vedendolo riemergere, avevano dato l’allarme. E poi, l’intervento dei Vigili del fuoco, con i sommozzatori di Venezia e i carabinieri. Le operazioni, vista l’oscurità assoluta del luogo, avevano richiesto l’accensione di due generatori. Il corpo del giovane era stato trovato a 5 metri di profondità. Per lui, non c’era più nulla da fare. Adesso, la famiglia attende il nulle osta della magistratura per salutare il suo ragazzo, mentre il sindaco di Morgano, Daniele Rostirolla dice: «Io e tutta l’amministrazione siamo a disposizione. Se la famiglia Libralesso avesse bisogno, noi ci siamo».

Ultimo aggiornamento: 07:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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