Libri e sanzioni: la crociata veneta contro le bestemmie. «Neppure i sacerdoti si ribellano ormai»

Giovedì 28 Settembre 2023 di Vittorio Pierobon
A sin il giornalista Luciano Lincetto dal Papa

La crociata è partita, c’è anche un informale imprimatur del Papa. Non c’è la Terrasanta da liberare, “solo” il linguaggio da bonificare. Il nemico è la bestemmia, sempre più diffusa nel parlare comune. Un’imprecazione che è divenuta un intercalare, che passa quasi inosservato, e che lentamente è stata sdoganata e declassata anche dalla legge, da reato a semplice illecito amministrativo, punibile con un’ammenda. Luciano Lincetto, giornalista pubblicista di Cadoneghe (Padova), impegnato nella stampa cattolica, non ci sta più e ha deciso di ribellarsi a questo malcostume. «Basta stare zitti, dobbiamo avere il coraggio di farci sentire. Non parlo solo dei credenti, tutti dovremmo sentirci offesi per questo uso smodato della bestemmia. Bar, campi sportivi, ambienti di lavoro, scuola, ma persino patronati sono “inquinati” dalla blasfemia. Non ne faccio un ragionamento bigotto, è una questione di civiltà, educazione, rispetto degli altri. Un comportamento non degno dell’uomo pensante».
Lincetto è un cristiano battagliero, gli anni sono 76, ma la grinta è quella di un ragazzino.

Ha sempre vissuto la fede in maniera militante, impegnato e coerente. Per anni ha diretto “Il Carroccio”, settimanale cattolico, con tirature di svariate decine di migliaia di copie, impegnato nella difesa dei valori cristiani». «Poi è arrivata la Lega e ho dovuto chiudere - racconta sorridendo il giornalista - il nome della testata induceva all’equivoco e soprattutto al sud sono crollate le vendite. In realtà il nostro Carroccio non aveva nulla a che vedere con Alberto da Giussano».


LA CAMPAGNA
La crociata contro la blasfemia è stata lanciata con la pubblicazione di un libretto dal titolo, un po’ pretenzioso, che non lascia dubbi: “Sia santificato il tuo nome. Enciclica di un laico sulla bestemmia e la complicità del silenzio”, edito da Aepc, casa editrice cattolica. È una sorta di manifesto, che declama i principi su cui si fonda questa battaglia: il rispetto del prossimo, la libertà di culto, la libertà di pensiero, il dovere di non ledere il credo altrui. «Ovviamente ognuno è libero di bestemmiare, ma farlo pubblicamente va ad intaccare le libertà altrui, offende le sensibilità di chi crede, è altamente diseducativo. Io chiedo di non offendere gli altri. Quanto agli insulti a Dio, se la vedranno al momento opportuno, ma sulla terra dobbiamo rispettarci tra di noi. È una questione culturale, di educazione. Ma se nessuno ne parla, nessuno protesta il fenomeno si diffonde. È un comportamento vigliacco, perché c’è tolleranza assoluta. Che provino ad andare nei Paesi Arabi ad imprecare contro Allah. Li si rischia la lapidazione. Qui basterebbe qualche multa».


SANZIONI
Lincetto lancia un grido contro il silenzio della maggioranza che non bestemmia, però non protesta. Subisce. «Nemmeno i sacerdoti si ribellano. E neppure chi deve far rispettare la legge si muove. La bestemmia è perseguibile come illecito e sono previste multe per chi trasgredisce. Lo Stato ripianerebbe il bilancio se multasse tutti quelli che bestemmiano, ma non mi risulta che vengano elevate contravvenzioni. Nemmeno contro chi usa i social per scrivere o pronunciare improperi contro Dio».
Il libro è solo il primo passo della campagna di Lincetto. «Sto preparando una lettera che invierò, ai questori e ai prefetti, ma anche ai vescovi e agli operatori scolastici, per esortarli a fare il proprio dovere. Basta con questo silenzio. Mi si dirà che in Italia ci sono ben altri problemi. Io credo che anche il linguaggio e la tolleranza verso il turpiloquio e la blasfemia, rappresentino un humus che può portare ad altre trasgressioni ben più gravi. Pensate ai nostri giovani e alla facilità con cui molti bestemmiano e snocciolano parolacce. Questa non è emancipazione, semmai imbarbarimento. Lo sa che le prime parole che imparano gli stranieri che arrivano in Italia, sono le parolacce e le bestemmie. E questo vale anche per i bambini. Ci sono piccoli che sanno appena parlare e già bestemmiano, perché questo hanno sentito in casa».


INCITAMENTI
La crociata è appena partita, Lincetto cerca di ingrossare le fila del suo “esercito”. Ha ottenuto consensi da autorità ecclesiastiche come monsignor Fisichella e il cardinale Parolin, ma soprattutto ha avuto l’incitamento del Papa, quando gli ha consegnato il libretto ed ha avuto un breve scambio di battute a San Pietro. «Diffonda, diffonda. Insista, insista». Questo è stato l’incoraggiamento di Francesco. E Lincetto insiste e si muove su più fronti. Cerca alleati importanti, qualche testimonial che con il suo carisma sposi la causa. L’obiettivo è la sensibilizzazione generale. «Voglio aprire gli occhi, e le orecchie, della gente. Fatevi sentire, se qualcuno bestemmia chiedetegli cortesemente di astenersi in vostra presenza. Io lo faccio e spesso ottengo scuse e promesse di cercare di non farlo più. Sono gocce nel mare, però bisogna insistere».
Lincetto sta anche lanciando la distribuzione di una penna-gadget con la scritta “Sii civile, combatti la bestemmia. Dio ti ama, non bestemmiarlo”. «Sono convinto che la maggioranza delle persone la pensa come me, anche chi non crede. Però stanno zitti, non protestano. Io voglio rompere questo silenzio. Chi vuole collaborare con me può contattarmi a questo numero 338 6927956».
In America le star di Hollywood hanno lanciato il movimento “Me too” per denunciare le molestie sessuali a cui sono costrette molte donne nel mondo del cinema, ottenendo grande solidarietà e soprattutto portando alla ribalta questo rivoltante fenomeno. Luciano Lincetto, vorrebbe fare qualcosa di simile anche in Italia, cercando di creare un movimento di opinione contro la blasfemia. Non più “Me too” ma detto alla veneta “Mi noo”. Io non bestemmio.

(vittorio.pierobon@libero.it)

Ultimo aggiornamento: 10:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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