Ex banche popolari, soldi a 300mila azionisti presi dai conti dormienti

Sabato 29 Settembre 2018 di Angela Pederiva
Ex banche popolari, soldi a 300mila azionisti presi dai conti dormienti
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Ammonta esattamente a 1.574.205.439,98 il tesoretto destinato dalla manovra statale a 300.000 soci delle sei ex Popolari in liquidazione: quindi Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza, ma anche Banca Etruria, Banca Marche, CariFerrara e CariChieti. L'importo al centesimo risulta dal Fondo Rapporto Dormienti aggiornato al 31 dicembre 2017, poiché è proprio dai depositi e dai libretti non movimentati per dieci anni e non rivendicati per altri dieci che il Governo conta di rimborsare gli azionisti azzerati, i quali saranno considerati traditi pressoché in automatico. «L'onere della prova spetterà agli istituti di credito, non ai risparmiatori», rimarca il padovano Massimo Bitonci, sottosegretario leghista all'Economia, anticipando alcune delle linee-guida che saranno precisate in un decreto collegato alla legge di Bilancio.
 
LA MISURAConcordata con il ministro Giovanni Tria, secondo quanto sottolineato ieri dal vicepremier pentastellato Luigi Di Maio, la misura prevede dunque l'impiego delle somme inutilizzate relative a strumenti di natura bancaria e finanziaria, di importo non inferiore a 100 euro. «Nella categoria dei conti dormienti rientrano quindi non solo depositi di denaro, libretti di risparmio (bancari e postali), conti correnti bancari e postali è stato spiegato dal ministero ma anche azioni, obbligazioni, certificati di deposito e fondi d'investimento nonché assegni circolari non riscossi entro il termine di prescrizione». Il miliardo e mezzo immediatamente disponibile corrisponde alla parte già incassata dallo Stato.
I CRITERIMa come sarà ripartita quella somma? «Sta passando la linea dell'emendamento che avevo fatto presentare al Senato risponde Bitonci e che mirava a velocizzare i pagamenti. Consob ha dato la sua disponibilità ad aprire sul territorio dieci collegi arbitrali. La priorità sarà data ai soci che hanno perso tutto, che magari sono anziani, che si trovano in particolare difficoltà: due di quelle sedi saranno dedicate proprio a loro, in modo da dare risposta rapida ad un bisogno immediato». In queste ore ci si chiede quali sono i criteri in base ai quali verrà riconosciuta la vendita fraudolenta delle quote (il cosiddetto misselling) e verrà conseguentemente accordato il risarcimento: l'inadeguata diversificazione del portafoglio titoli, la mancata informativa sui rischi, la subordinazione dell'erogazione del credito all'acquisto di azioni, le operazioni avvenute in occasione degli aumenti di capitale...? «Credo che il meccanismo sarà molto più semplice afferma il sottosegretario in quanto sarà introdotta l'inversione dell'onere della prova. In pratica il misselling verrà presunto per tutti e saranno le banche a dover eventualmente dimostrare il contrario». Banche che, va ricordato, nel frattempo sono defunte. «Ci basiamo sull'esperienza degli arbitrati condotti finora riprende Bitonci e che per il 90% si sono conclusi con esito favorevole ai risparmiatori. Ovviamente anche in questo caso saranno esclusi gli investitori istituzionali e le società finanziarie che hanno condotto attività puramente speculativa attraverso le compravendite azionarie, così come quelli che hanno fatto shopping nell'ultimo periodo. Il nostro aiuto andrà ad una platea di 300.000 soci storici delle sei banche. Per questo verrà anche data la possibilità a chi ha transato di mettersi in coda e chiedere di passare dal 15% al 30% del rimborso, ottenendo quindi una parità di trattamento rispetto al Milleproroghe».
MINI-COMMISSIONELe regole saranno comunque definite insieme alle associazioni dei risparmiatori. «Formeremo una mini-commissione annuncia Bitonci con quelle più rappresentative, tenendo conto dei suggerimenti raccolti durante l'incontro a Roma. Intanto nel giro di 15 giorni saranno pagati i soci coinvolti nei primi 500 arbitrati già definiti. Cosa dico ai contribuenti che potrebbero criticare il sostegno agli azionisti in una fase in cui inchieste penali e procedimenti giudiziari sono ancora pendenti? Dico che Consob e tribunali hanno già constatato la truffa». Apprezzamento per la decisione arriva intanto pure da Enrico Zanetti, l'ex viceministro all'Economia al tempo di Scelta Civica: «Fossi al governo, avrei fatto lo stesso. Parliamo di una misura una tantum, che non peggiora il saldo strutturale, che risponde ad una domanda di giustizia. Da quando i soldi delle banche sono andati anche a deficit, e non solo a debito come a lungo pareva, è caduto anche l'ultimo argomento contro una misura di questo tipo a favore dei risparmiatori azzerati».
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