Treviso. Baby gang, il pugno duro del sindaco: «Servizio civile obbligatorio per i minori. Sanzioni ai genitori»

Mercoledì 10 Aprile 2024 di Paolo Calia
Treviso. Baby gang, il pugno duro del sindaco: «Servizio civile obbligatorio per i minori. Sanzioni ai genitori»

TREVISO - Servizio civile obbligatorio per i giovani che infrangono le regole, che si rendono protagonisti di atti di vandalismo e di violenza.

Ma che per la giovane età non possono essere perseguiti o condannati. Lo chiede il sindaco di Treviso Mario Conte, ormai alle prese con tanti episodi che stanno minando il quieto vivere della città. L’ultimo è accaduto venerdì scorso quando, poco prima delle due di pomeriggio, in pieno centro, due ragazzini di 15 e 17 anni che sfrecciavano in bicicletta lungo la galleria pedonale di vicolo Rialto hanno prima iniziato a insultare una signora che li ha rimproverati e poi hanno picchiato un 50enne che si era fermato per difenderla. E, non contenti, hanno anche opposto resistenza agli agenti di una volante arrivata prontamente sul posto. Un caso che ha sollevato grande scalpore anche per le reazione dei genitori. Il papà del 17enne ha drammaticamente ammesso di «non sapere più cosa fare per controllare il figlio». Parole che sono suonate come un campanello d’allarme. E che si aggiungono a quelle spese, a fiumi, per condannare e tentare di capire gesti e atti violenti che capitano con sempre più frequenza nella centralissima piazza Borsa, ormai punto di ritrovo per gruppetti di ragazzi troppo esuberanti. E Conte, dopo aver chiesto più impegno alle famiglie e minacciato di denunciare per danni di immagine alla città chi compie vandalismi o violenze che rimbalzano in tutti i media, ora passa alla proposta.


IL PIANO
«Credo fortemente - dice il sindaco - alla necessità di introdurre il servizio civile obbligatorio, o attività socialmente utili per i minori, che abbiano posto in essere atti di violenza o altri illeciti a danno della comunità». Conte ci crede a tal punto che ha già contattato parlamentari e colleghi primi cittadini per passare dalle parole ai fatti e trasformare la proposta in un progetto di legge: «Una possibilità potrebbe essere quella di integrare il decreto Caivano, che già prevede interventi di prevenzione e contrasto alla delinquenza giovanile, per fare sì che i percorsi di rieducazione e la collaborazione a titolo gratuito con enti no profit siano previsti laddove i minori siano destinatari dell’ammonimento da parte del questore e Daspo urbano, anche coinvolgendo le famiglie sanzionate per mancata vigilanza». Anche le famiglie? «Lo so che non è semplice, ma i figli sono l’effetto e i genitori la causa. Quindi è necessario, molte volte, responsabilizzare anche loro. Mettiamoci assieme per trovare il percorso normativo migliore. Come amministratori e classe politica è nostro dovere immaginare soluzioni e provare a renderle concrete». 


L’OBIETTIVO
Lo scopo di Conte è il recupero del ragazzo che sbanda, che si ribella senza avere, in realtà, molto da dire: «Queste sono situazioni in cui emerge la pericolosità sociale e in conseguenza delle quali è necessario un percorso rieducativo concreto e duraturo, che faccia capire a questi ragazzi il significato del vivere sociale e del rispetto delle regole e del prossimo. Mi impegnerò, e con me anche altri sindaci e amministratori che si trovano a fronteggiare lo stesso problema, affinché questa proposta giunga sul tavolo del Governo, che comunque già sta facendo molto». Il primo passo concreto sarà coinvolgere i «sindaci delle città maggiori, dove il problema del disagio giovani è molto sentito. Potranno fare maggiore richiamo. Ma detto questo, ribadisco ancora una volta che a fronte di una minoranza di ragazzi che si comporta così c’è una stragrande maggioranza che invece si impegna già del volontariato, nella cultura, nello sport. Magari elogiando il loro impegno possiamo indicare esempi virtuosi anche a chi è ancora in difficoltà».
 

Ultimo aggiornamento: 17:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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