TREVISO - È di nuovo indagata Emanuela Petrillo, l'assistente sanitaria che l'Usl 2 accusa di non aver iniettato vaccini (tra cui quello per il morbillo) a centinaia di bambini. La donna è accusata di omissione in atti d'ufficio. La nota integrativa inviata nei giorni scorsi dall'azienda sanitaria trevigiana alla Procura di Treviso, il cui elemento centrale sono gli esami a campione sui pazienti che l'infermiera avrebbe dovuto vaccinare e che risultano invece scoperti, hanno portato il gip ad accogliere la richiesta del sostituto procuratore Barbara Sabattini, che aveva chiesto la riapertura delle indagini chiuse a settembre con l'archiviazione. La ricerca della verità riparte da lì: da quei 23 soggetti su 26 che risultano non vaccinati. Troppi per rientrare nella percentuale (statisticamente circa il 5%) di coloro che per ragioni naturali non sviluppano gli anticorpi anche se sottoposti a profilassi. Loro potrebbero essere la prova che la Petrillo, per ragioni tutte da chiarire, avrebbe solo finto di effettuare le iniezioni, esponendo così numerosi pazienti, soprattutto bambini, al rischio di contrarre malattie molto pericolose come il morbillo.
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