PORDENONE - Lo chiamavano il “duca”, a volte il “marchese”. È ascoltando le conversazioni registrate da una “cimice”, installata in una Bmw M325i rubata ad Aviano, che i poliziotti di Pordenone hanno scoperto il soprannome di Alan Cassol, 21 anni, di Fontanelle (Treviso). È il figlio di Albano Cassol, il rapinatore ucciso a Ponte di Nanto il 3 febbraio 2015 dal benzinaio vicentino Graziano Stacchio, dopo il colpo nella gioielleria Zancan. Alan, nonostante la giovane età, è tra i protagonisti di una banda di sinti specializzata negli assalti ai bancomat con l’esplosivo.
Ieri mattina è stato portato in carcere a Pordenone con l’accusa di detenzione illegale di esplosivo, un tentato colpo allo sportello bancomat delle Poste di Brugnera (Pordenone), un colpo all’area di servizio Q8 di Torre di Mosto (Venezia), l’esplosione al bancomat di Veneto Banca di Albignasego (Padova), furti di targhe, riciclaggio di un’auto e il tentativo di furto al centro commerciale Pit Stop di Istrana (Treviso).
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