​Ascopiave, vertice azzerato:
​dimissionari 4 consiglieri su 5

Martedì 1 Novembre 2016 di Paolo Calia
Ascopiave, vertice azzerato: dimissionari 4 consiglieri su 5
TREVISO - Quattro consiglieri su cinque, compreso il presidente, dimissionari: finisce così il cda di Asco Holding, la principale multiutility della regione con sede a Pieve di Soligo che controlla AscoPiave, quotata in Borsa e in grande crescita nel mercato del gas e dell'energia. Una vera doccia fredda che apre adesso una stagione di diatribe e rese dei conti a livello politico. I primi a dimettersi sono strati tre consiglieri: Roberto Toffoletto in quota Pdl-Forza Italia, Loris Rizzetto (Lega) e Massimo Damini (Pd). Passata qualche ora e in sede è arrivata anche la lettera di dimissioni della presidente Silvia Rizzotto, in quota Lega. In carica rimane il solo Alberto Cappelletto, sindaco di San Biagio, che a quel punto decade automaticamente. I motivi di queste dimissioni di massa, quelli ufficiali, sono banali e scontati: questioni personali per i consiglieri mentre la presidente si è giocata la carta della pesantezza del doppio incarico, è anche capogruppo della Lista Zaia in consiglio regionale, e la convinzione di aver raggiunto tutti gli obiettivi prefissati a pochi mesi dalla scadenza naturale del mandato (previsto per luglio 2017).

Ma sotto, ovviamente, c'è altro. Ci sono i malumori dei sindaci, almeno di una parte, che accusano la Rizzotto di non aver condiviso decisioni e scelte; ci sono le voci di diatribe in corso e della volontà della presidente (quotata per un nuovo e prestigioso incarico in Regione) di aprire le porte della Holding a una grossa azienda rivale sul mercato, un'alleanza forse fruttuosa ma che non sarebbe piaciuta. «Ma quali incomprensioni - ribatte la Rizzotto - ho sempre goduto dell'appoggio del Cda e dei novanta comuni soci della Holding, tanto è vero che tutti i provvedimenti sono sempre stati approvati all'unanimità. Certo qualche invidioso c'è e alcune uscite non mi sono piaciute. Ma è acqua passata. Ho deciso di dimettermi perché il doppio incarico è pesante ma le cose più importanti sono state fatte: bilanci in positivo, distribuzione di dividendi ai comuni, investimenti nel territorio. Il mandato sarebbe scaduto a luglio, vado via qualche mese prima ma ormai rimane solo la normale amministrazione. Non sapevo delle dimissioni degli altri tre consiglieri, molto probabilmente hanno voluto seguirmi perché da tempo si sapeva delle mie intenzioni».

Unica voce fuori dal coro quella di Cappelletto, il consigliere superstite e dimissionario suo malgrado: «Esigo delle spiegazioni. Le esigo prima di tutto per i cittadini che rappresentiamo. E in secondo luogo come amministratore abituato a discutere su precisi ordini del giorno e non su voci di corridoio o accordi di altro tipo fatti secondo metodi che non mi appartengono». Roberto Toffoletto, uno dei dimissionari, tenta invece di non calcare troppo la mano: «Condividiamo la teoria del presidente sulla pesantezza del doppio incarico, sono discorsi già fatti in passato. E' giusto che il presidente, alla luce anche del nuovo quadro normativo, sia sempre presente e concentrato su questo ruolo. Ci siamo dimessi tutti e tre perché riteniamo che non sia opportuno scegliere il nuovo presidente all'interno del consiglio d'amministrazione, ma che sia molto meglio ridare la parola ai sindaci con un'assemblea straordinaria». Assemblea ancora da fissare ma già con un nome su tutti favorito per la presidenza: Fulvio Zugno, attuale numero uno di AscoPiave anche lui in scadenza di mandato la prossima primavera.
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