Il fiume che tanto amava l'ha tradito, 16enne trovato morto nel Po

Sabato 28 Luglio 2018
Il fiume che tanto amava l'ha tradito, 16enne trovato morto nel Po

BERGANTINO - Quel fiume che lo aveva affascinato, lo ha ucciso con le sue infide correnti. Ieri pomeriggio è stato recuperato dall’acqua il corpo senza vita del ragazzino di appena 16 anni, Youssef Achiri, che giovedì pomeriggio era stato inghiottito dal Po dopo che si era immerso insieme ad un amico. Per ore i vigili del fuoco lo hanno cercato con gommoni, elicottero e squadra sommozzatori, scrutando centimetro per centimetro il tratto in cui il fiume gira quasi su se stesso, con la più grande curva di tutto il suo lunghissimo corso. Nonostante il caldo di questi giorni, il Po non è in secca e le sue correnti torbide creano mulinelli infernali.
 
LE RICERCHE
Sull’argine, oltre ai carabinieri, anche un numeroso gruppo di donne velate, ragazzi e bambini, uomini scuri in volto. Fra di loro, una donna che levava forte al cielo il suo straziante grido di dolore, quasi una preghiera ritmata, in arabo. Il cuore sanguinante di una madre distrutta dal più grande dei lutti, che ha scosso profondamente la comunità marocchina della zona, particolarmente numerosa, ma anche la comunità locale, unita nel dolore di una tragedia che ha squassato tutto l’Alto Polesine e che ha interessato anche la provincia di Mantova, perché formalmente il punto in cui il ragazzo è stato trascinato giù dalle correnti era già oltre il confine che taglia in due il Po, ricadendo sotto Carbonara Po.
RICONGIUNGIMENTO
Youssef, arrivato da poco in Italia insieme alla madre per riunirsi con il padre, operaio agricolo, già qui stabilmente da tempo, si era già integrato con la facilità dei ragazzi, frequentando le scuole medie e grazie anche ad amici con le sue stesse origini. La famiglia vive in via Argine Vegri, a Castelmassa, anche se il ragazzo gravitava su Castelnovo Bariano dove vivono i suoi amici più stretti.
INCANTATO DAL PO
Sul suo profilo Facebook aveva postato più di una foto con il Po, che sembrava averlo incantato. E, in effetti, il tratto sul quale è avvenuta la tragedia è forse uno di quelli paesaggisticamente più incantevoli. Un contrasto fra la bellezza della natura e la sua fredda spietatezza, che colpisce. Per Youssef un pomeriggio di svago in riva al Grande Fiume, con tre amici, più piccoli di lui, ma come lui originari del Marocco, l’altro ieri si è trasformato in tragedia. Lo scorrere placido dell’acqua ha tratto in inganno, perché sotto gorghi e correnti, trascinano via in un attimo. Chi conosce il Po sa che è un pericolo grande immergersi.
BAGNO NEL FIUME
Ma il gruppetto di ragazzini, dopo averne attraversato un tratto dove l’altezza era minima e la corrente quasi assente, si sono avvicinati al cuore del fiume e la corrente ha subito mostrato tutta la propria forza. Sono stati alcuni passanti a notare che due dei quattro ragazzi che erano entrati in acqua, all’altezza dello spiaggione, dove inizia la grande ansa di Bergantino, erano in seria difficoltà. Subito i passanti sono accorsi e sono intervenuti, ma sono riusciti a riportare a riva solo uno dei due, mentre Youssef è stato risucchiato dalla corrente ed è scomparso.
L’allarme è stato immediato e già verso le 16.30 di giovedì i vigili del fuoco sono entrati in azione con un gommone, l’elicottero Drago 71 e i sommozzatori di Venezia. Sul posto anche i carabinieri della Compagnia di Castelmassa. Le ricerche si sono interrotte con il calare del sole, quando anche le speranze di trovare il ragazzo ancora in vita erano ormai tramontate. Ma un barlume era rimasto. I pompieri si sono rimessi a cercare ieri di prima mattina, andando avanti per ore. Durante la mattina c’è stato un momento in cui è sembrato di aver individuato il corpo, riemerso per pochi istanti, ma poi trascinato nuovamente giù dai gorghi. Youssef è stato recuperato verso le 16, a circa 300 metri da dove il 16enne era stato inghiottito dall’acqua.
Francesco Campi

Ultimo aggiornamento: 13:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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