PADOVA Si è difeso con forza, lui che per mestiere invece è portato - in qualità di Pubblico Ministero - a sostenere le accuse. Ma stavolta sul banco degli imputati - e di fronte al Consiglio superiore della magistratura, è salito Davide Nalin, pm padovano in forza alla Procura di Rovigo. Il quale ha portato a sua difesa alcuni documenti che danno una visione diversa del caso: in particolare, il fatto che la ragazza che ha mosso le accuse sarebbe stata in cura due volte per problemi psichici, una prima volta nel 2007 e una seconda nel novembre 2016.
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Il caso che lo vede coinvolto è quello delle aspiranti toghe costrette a indossare la minigonna da Francesco Bellomo, Consigliere di Stato, amico e collega di Nalin e soprattutto direttore della scuola di formazione giuridica in cui si sarebbero svolti i fatti. Un caso che oggi dovrebbe vivere una svolta decisiva, perché è attesa la decisione del Csm proprio in merito alla posizione del pubblico ministero Davide Nalin.
Il 38enne sostituto procuratore si è trovato davanti al consiglio di disciplina perchè accusato di avere fatto da assistente al consigliere di Stato Francesco Bellomo (direttore della scuola di formazione giuridica Diritto e Scienza), intervenendo per sanare dissidi tra le ragazze e Bellomo e procurando per lui foto delle donne nude. Giovani, secondo l'accusa, sottoposte a un regolamento che comprendeva anche un codice di abbigliamento fatto di minigonne e tacco 12, e che per questo si trovavano in uno stato di prostrazione psicologica di fronte ai due docenti; per il timore di vedersi precluso l'accesso in magistratura finivano quindi per accettare tutto quello che veniva loro richiesto.
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