ROVIGO - Tre degli amici con cui era arrivato in Siria per combattere l’Isis a fianco dei curdi sono morti, dilaniati dalle bombe sganciate dall’artiglieria turca. Marco “Gelhat”, il figlio 23enne di un poliziotto in servizio alla Questura di Rovigo partito volontario lo scorso settembre per combattere l’Isis in Kurdistan, è vivo per miracolo.
Quando i suoi amici, combattenti come lui nelle Brigate internazionali a fianco dei curdi, sono caduti sotto le bombe, lui si trovava nella zona dell’ospedale, dove era stato inviato per un servizio. La morte, insomma, lo ha solo sfiorato, ma allo zio ha inviato un Sms con scritto: «Non so se torno». La madre si è chiusa nel silenzio.
Ultimo aggiornamento: 09:20
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