Esuberi alla Sicc, in venti rischiano ​il posto: «Ora scatta lo sciopero»

Sabato 7 Ottobre 2017 di Marco Scarazzatti
Esuberi alla Sicc, in venti rischiano il posto: «Ora scatta lo sciopero»
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ROVIGO - Tutti in strada ieri mattina, in viale Porta Po, all'ingresso della Sicc, per il quarto giorno di sciopero attuato dai 20 lavoratori a rischio di esubero (altri 3 andranno in pensione), assieme alle Rsu e ai rappresentanti politici polesani. «Manca del tutto un piano di rilancio dell'azienda - spiegano Matteo Brocchin, Nicola Vettorato e Valeria Mariotto, rispettivamente alla Sicc dal 1999, 1995 e 2006, facenti parte della Rappresentanza sindacale unitaria -. Chiediamo l'intervento delle istituzioni politiche, gli unici soggetti in grado, assieme alle sigle sindacali, di intervenire sulla proposta della ditta di lasciare a casa 23 persone. Non è certo colpa dei lavoratori se si è arrivati a questa situazione di debito così grande, anche se nessuno conosce la cifra esatta. La colpa va attribuita solamente alla dirigenza. La nostra convinzione è che l'esubero di 23 persone possa essere solo l'inizio della fine. Stiamo pagando investimenti sbagliati fatti negli ultimi anni, ma anche in quelli precedenti. Purtroppo il problema è che in Polesine ci sono troppe fabbriche che chiudono senza che si sappia il reale motivo, in quanto nessuno fornisce motivazioni. Tra l'altro in questo momento storico è molto difficile ricollocarsi nel mercato. Da noi i lavoratori più giovani hanno 28 anni, mentre i più anziani sui 60 anni».

METALMECCANICA
Gli operai hanno un minimo di dieci anni di esperienza. La Sicc è l'unica realtà del settore in ambito provinciale. Quindi non c'è concorrenza. «Le possibilità per essere competitivi ci sono tutte, ma oramai sembra più una guerra tra di noi. Se viene bloccata la produzione interna come si fa ad andare avanti?». Dall'incontro di ieri pomeriggio tra sindacati e Sicc non è emerso nulla di nuovo, ragion per cui anche la prossima settimana si proseguirà con un'ora di sciopero giornaliero. «Ci hanno risposto che loro restano fermi sulle loro idee - sottolinea Mirco Bolognesi, di Uil Rovigo - E che licenziando 23 persone otterranno 600mila euro di risparmio, grazie ai quali potranno pagare fornitori e creditori in genere. Noi restiamo dell'avviso che licenziare non serve a nulla. Siamo più favorevoli ai contratti di solidarietà o all'amministrazione controllata. Ci vuole una gestione diversa da quella di oggi».

MOBILITAZIONE
Intanto per venerdì 13 è previsto alla mattina un altro tavolo tecnico, questa volta nella sede provinciale della Cisl, alla presenza dei soli sindacati, mentre al pomeriggio ci sarà un incontro con tutte le forze politiche per tentare di venire a capo della situazione. «E' stato molto importante vedere seduti allo stesso tavolo tutti i parlamentari con i tre segretari provinciali dei sindacati - afferma Nicola Panarella, della Cisl - Era arrivato il momento di predisporre un tavolo per lo sviluppo del Polesine».

DIRIGENTI AZIENDALI
I lavoratori lamentano l'assenza dell'amministratore delegato della Sicc. «È presente in azienda solo in certe ore, il suo contratto è part-time, quindi si vede in sede pochissime volte», spiegano i rappresentanti sindacali della Rsu. Anche il senatore Bartolomeo Amidei si è unito alla protesta, volta a fermare l'emorragia di posti di lavoro: «L'impegno che ci siamo presi noi politici con i dipendenti e le organizzazioni sindacali - dice il parlamentare - è quello di ritrovarci tra sette giorni per affrontare e discutere assieme possibilità e strategie tese ad individuare che cosa si può fare. Soluzioni per la Sicc ce ne sono, in quanto è un'azienda che può ancora tranquillamente esistere, visto che ha un suo mercato di riferimento. Non possiamo privarci di un'altra grande realtà industriale in una provincia, quella di Rovigo già povera di suo». 
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