Volontario ex manicomio investito: La Procura indaga Costa per lesioni

Martedì 21 Agosto 2018 di Francesco Campi
La Volkswagen Golf di Roberto Costa
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ROVIGO - Lesioni volontarie e omissione di soccorso: queste le ipotesi di reato per le quali è indagato Roberto Costa, il 69enne giornalista e cultore della storia dell’ex ospedale psichiatrico di Granzette, che proprio all’interno del parco dell’ex manicomio sabato ha investito Devis Vezzaro, 42enne vicentino, fondatore dell’associazione “I luoghi dell’abbandono” che ha vinto il bando dell’Ulss 5 ottenendo in comodato per un anno proprio l’intero complesso manicomiale.  
L’INCHIESTA
Secondo il sostituto procuratore Monica Bombana, quindi, non si sarebbe trattato di un incidente, ma di un’azione dolosa. Le indagini sono ancora in corso e la Procura sta riunificando le precedenti querele incrociate fra Costa e Vezzaro, per delineare ulteriormente la cornice all’interno del quale si inserisce della vicenda. È stato lo stesso Costa ad ammettere di aver colpito con l’auto l’uomo con il quale non correva buon sangue, illustrando con un preciso comunicato stampa la propria versione dei fatti. Secondo il suo racconto, però, non si sarebbe trattato di un gesto volontario, bensì di un fatto accidentale, dovuto allo stato confusionale provocatogli da un pugno che il 42enne gli avrebbe sferrato all’altezza dell’orecchio sinistro.
TELECAMERE
A sostegno della propria versione, ha chiesto che venissero acquisiti i filmati della videocamera di sicurezza che sapeva bene essere piazzata proprio sullo stabile della direzione, davanti alla quale sarebbe avvenuto il “fattaccio”. Tuttavia la telecamera non ha ripreso. O meglio, aveva la scheda di memoria piena e non è stato registrato niente. Restano solo i racconti dei due protagonisti, perché il volontario presente, Arturo Boaretto, non ha assistito all’eventuale pugno in occasione della restituzione a Costa del “Monumento alla memoria”. Vezzaro nega di aver alzato le mani. Il 69enne, invece, aveva preannunciato una querela per percosse, ma non sembra averlo fatto. A difenderlo è l’avvocato d’ufficio Lorenzo Toso. Pugno o no, innegabile l’impatto fra l’auto di Costa, una Golf vecchio modello (nella foto grande), intestata a sua moglie, subito posta sotto sequestro, e la schiena di Vezzaro, sbalzato sul parabrezza e poi caduto a terra, con una scheggia di vetro nella spalla destra, un profondo taglio alla fronte, una frattura al gomito destro e lesioni al ginocchio destro, con una prognosi è di 25 giorni. Delle indagini si è occupata la polizia locale.
RICOSTRUZIONE MODIFICATA
Sulla sua pagina Facebook, Costa ha rimodulato il post di descrizione dei fatti. Ieri, infatti, la nuova versione, che non muta la sostanza, era la seguente: «Frastornato Roberto Costa sale in macchina e, ancora intontito e credendo che il Vezzaro si sposti tira dritto e lo investe, al centro del viale dopo una trentina di metri. Costa (altro che “pirata” come descritto dalla stampa) dopo avere visto il Vezzaro steso a immobile a terra, non avendo alcuna cognizione di medicina, si avvia verso l’uscita a 150 metri di distanza per andare a telefonare subito alla Questura e all’ambulanza». Costa non ha cellulare, ma vive effettivamente poco distante dall’ex manicomio, anche se è formalmente residente ad Arquà. Fra le modifiche, anche una postilla: «Alla fine di questa nota, che vuole dare una verità dei fatti negata da quasi tutti gli organi di stampa, non si negano le responsabilità nell’investimento di Roberto Costa e si esprime il massimo rincrescimento per la vicenda accaduta al signor Vezzaro al quale si fanno i migliori auguri per una pronta guarigione».
Ultimo aggiornamento: 15:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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