Giornale portavoce del Comune: scatta l'inchiesta dell'Ordine

Sabato 15 Settembre 2018
Il municipio di Porto Tolle
PORTO TOLLE - Quando un giornale diventa ufficio stampa. Praticamente un ossimoro, se si considera la natura dei due soggetti. Eppure sembra essere proprio questa la scelta abbastanza sorprendente che ha portato a un accordo, ratificato da una delibera immediatamente eseguibile, fra la nuova Amministrazione comunale di Porto Tolle, guidata da Roberto Pizzoli, ed il quotidiano “La Voce di Rovigo”.  
DELIBERA DI GIUNTA
Nell’atto, approvato all’unanimità dalla giunta portotollese lo scorso 29 agosto, si spiega che l’Amministrazione comunale «non si è dotata di particolari strutture quali il portavoce o l’ufficio stampa, in grado di garantire le finalità oggetto ed ambito di applicazione della legge 150 del 2000 che disciplina le attività d’informazione e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni». Una sorta di autogol, visto che il rimando normativo è giusto, ma proprio questa legge prevede quelle due figure come le uniche, insieme all’Ufficio relazioni col pubblico, che possono formalmente svolgere comunicazione istituzionale per un ente pubblico. La soluzione scelta, invece, in assenza, si spiega, di un apposito regolamento comunale, è quella di un non meglio specificato “Piano sperimentale di comunicazione istituzionale”.
INCARICO-LAMPO
Non sono stati fatti avvisi pubblici, né risulta siano stati interpellati altri soggetti, quanto meno per un raffronto. E questo perché, come si ammette candidamente nel testo della delibera, c’è stata un’offerta che non si poteva rifiutare. La proposta, infatti, è arrivata in Comune e protocollata il 28 agosto ed è stata colta al volo, visto che già il 29 tutto è stato portato nella seduta di Giunta e approvato: «Il piano di comunicazione presentato da Editoriale la Voce in cui si programmano forme e mezzi di diffusione dell’attività dell’ente a condizioni economiche congrue, può, in via transitoria e sperimentale, assolvere a forme di comunicazione istituzionale sinergica tra i sistemi tradizionali e le nuove tipologie cosiddette integrate e complete perché collegano più target di utenti».
LA COOPERATIVA
L’Editoriale la Voce è la cooperativa giornalistica nata nel 2013 sulle ceneri della precedente cooperativa Coopress, finita in liquidazione, che edita, appunto, “La Voce nuova di Rovigo”. Fra i 13 soci-lavoratori della cooperativa, gli stessi giornalisti. Il prezzo pattuito dal Comune di Porto Tolle per acquistare il servizio offerto dalla Voce è di 3.500 per l’ultimo scampolo del 2018. Una cifra effettivamente congrua.
DEONTOLOGIA
Ma il punto, tuttavia non è di tipo economico, quanto di natura deontologica. Ovviamente è nella libertà di linea editoriale di un giornale scegliere se essere aggressivo o equidistante di un qualsiasi amministratore: rientra nelle prerogative di un quotidiano, che poi si presenta, più o meno schierato, agli occhi dei propri lettori che possono scegliere se leggerlo o meno. Questo è nella natura delle cose ed è anche il principio che sta dietro al sostegno pubblico alle imprese editrici di quotidiani e periodici. Nel nome del pluralismo, proprio per garantire una maggiore indipendenza e terzietà dei giornali, il contributo pubblico per l’editoria vede come primo beneficiario le imprese cooperative di giornalisti editrici di quotidiani e periodici.
FONDI PUBBLICI
Ed è in questa veste che la Voce, insieme ad altre 47 realtà analoghe in tutta Italia, riceve i finanziamenti pubblici previsti dalla legge 250 del 1990 e modificazioni successive. Lo scorso anno, dopo la sforbiciata, il contributo pubblico al quotidiano rodigino è stato di 384mila euro, mentre nel 2016 è stato di 914mila euro.
Ultimo aggiornamento: 08:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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