Porto Tolle. Pescatori, si apre un altro fronte: il comitato si oppone alla riduzione del cda del Consorzio

Martedì 23 Aprile 2024 di Anna Nani
Porto Tolle. Pescatori, si apre un altro fronte: il comitato si oppone alla riduzione del cda del Consorzio

PORTO TOLLE (ROVIGO) - Sabato prossimo si riunirà l'assemblea ordinaria dei soci del Consorzio pescatori del Polesine per decidere chi guiderà l'organismo per i prossimi anni: sarà riconfermato per un terzo mandato Luigino Marchesini o ci sarà un cambio della guardia? Sul tema interviene il comitato "Uniti per la pesca" (che lo scorso 8 marzo aveva indetto un incontro al palasport di Porto Tolle per opporsi all'assegnazione di parte delle lagune direttamente alle coop), in particolare sull'ipotesi di riduzione del numero dei componenti del CDA.

Qui, secondo il gruppo, nascerebbero i problemi: "Si gioca una partita importantissima per il Consorzio: la nomina del consiglio di amministrazione, come da statuto sociale, modificato nel 2016 dall'allora presidente Roberto Finotello, prevede che le coop possano essere rappresentate in cda. Questa scelta ha consentito a tutte le coop di partecipare alle decisioni prese a maggioranza". In una nota i membri del comitato rimarcano: "Se si riduce il consiglio di amministrazione a nove o addirittura a sette elementi, ciò significherebbe che buona parte delle coop sarebbero estromesse dalle scelte inerenti la gestione del Consorzio, ma soprattutto non sarebbero più informate alla pari delle altre coop in cda. In questo momento, tanto drammatico per il nostro settore, invece di rimanere uniti si vuole ancora una volta segnare una spaccatura, sempre più profonda". "E quali saranno le cooperative che entreranno nel cda del Consorzio? - avvertono i vertici del comitato - Proprio quelle che, con una risicata maggioranza, hanno votato la divisione delle lagune: la cosiddetta assegnazione di aree". A votare favorevolmente l'assegnazione delle zone di pesca (passata per 7 a 6, con un astenuto) sarebbero state le coop Po, Delta Padano, Adriatico, Mitilicoltori, Santa Giulia, Polesine Camerini ed Eridania. Parrebbe impossibile, però, che la Pila, che è tra le più importanti per numero di soci e delegati (ne ha quattro, come Po, Adriatico ed Eridania) possa rimanere fuori dalla partita.

«CONVENZIONE IN PERICOLO»

Per "Uniti per la pesca" la riduzione agevolerebbe "una maggioranza che ha avuto la meglio su una questione di fondamentale importanza, che rischia di mettere in discussione tutta la convenzione. Così facendo la minoranza verrebbe esclusa da ogni scelta: almeno fino ad oggi ogni coop poteva esprimere il proprio parere. Le cooperative devono essere attive nella gestione del Consorzio in maniera unitaria, tutti devono avere voce e partecipare democraticamente alle decisioni. Altrimenti non ci sarà più motivo di discussione alle riunioni, la linea da seguire sarà tracciata senza un contraddittorio ".

APPELLO ALL'UNITÀ

Il Comitato conclude poi: "Ancora una volta si sta perdendo tempo in giochi di poltrone, invece di concentrarsi sulle questioni importanti ovvero i lavori nelle lagune, senza i quali non avremo futuro. Abbiamo assolutamente bisogno di ritornare ai banchi naturali. La riduzione dei componenti del cda, con esclusione di buona parte delle coop, viene giustificata col ragionamento del siamo in troppi a decidere, impieghiamo troppo tempo'. Avere allo stesso tavolo tutte le parti consente invece di ridurre inutili e ripetitive riunioni per capire come procedere. Lo statuto prevede la nomina di due vicepresidenti, pertanto si potrebbe fare un direttivo (presidente e due vice) per le decisioni immediate, per poi riferire al cda. Dobbiamo rimanere uniti per chiedere che venga costituito un tavolo di concertazione per i tanti e importanti lavori senza perdersi nella burocrazia".

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