Piena del Po rompe l'argine del Barbamarco, un disastro per le vongole

Martedì 6 Novembre 2018
L'argine del Barbamarco
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PORTO TOLLE - È alta la preoccupazione nell'estremo Delta per il tracimare del Po che a causa della piena che ha rotto l'argine della busa di Tramontana, che separa il fiume dalla laguna del Barbamarco, potrebbe portare con sè una nuova moria di vongole, questa volta a Pila.
«Un disastro ammette Giuliano Mazzucco, presidente della coop Pila - Prima tutte le lagune con il fabbisogno che abbiamo denunciato a più riprese di interventi urgenti per vivificarle, adesso questo riversamento di acqua dolce e di detriti dovuti alla piena e la rottura dell'argine di protezione del Barbamarco». Si parla di un danno strutturale per il quale serviranno almeno 300mila euro per l'intervento di ripristino, senza contare i danni che rischia di subire il comparto.
 

LAGUNA IN GINOCCHIO
«Questa non ci voleva, sono stati vanificati gli sforzi di ripristino di questa laguna, per la quale ci siamo prodigati in tutti questi mesi sottolinea Mazzucco - Corriamo il serio rischio di perdere quasi 3mila quintali di vongole che si sarebbero potute raccogliere e vendere nel periodo natalizio che è il migliore per il commercio di questo prodotto». Insomma, se non si interviene immediatamente per rinforzare l'argine c'è il rischio di perdere completamente la produzione di vongole dell'intera laguna. Il presidente del Consorzio pescatori, Luigino Marchesini, si è attivato prontamente insieme ai propri soci per richiedere un intervento rapido da parte del Genio Civile: «Hanno effettuato in mattinata (ieri, ndr) un sopralluogo con la barca, dopo abbiamo proceduto a inviare una lettera alla Regione per informarla delle nostre problematiche. Siamo in attesa di sapere quando e come interverranno».
La conta dei danni per le vongole è ancora prematura, considerato che si è attivata una corsa contro il tempo per salvarle. «Sicuramente questo passaggio di acqua dolce creerà danni alle colture di vongole, ma quanto ci sarà di danno lo vedremo nel tempo - spiega Fabrizio Boscolo, presidente della coop Villaggio Pescatori - Certo è che se non si procede con l'innalzamento della sponda dell'argine di Tramontana con un po' di corrente più forte la situazione rischia di peggiorare ulteriormente».
L'ASSESSORE REGIONALE
L'assessore regionale ai parchi Cristiano Corazzari conferma la propria disponibilità: «È uno dei punti critici su cui occorre intervenire. Sono in contatto costante con il Genio civile che sta monitorando la situazione». Mentre per il primo cittadino Roberto Pizzoli questo è fortunatamente uno dei pochi danni creati dalla piena: «Abbiamo avuto qualche piccolo fontanazzo sotto gli argini, ma poca cosa. So che c'era già in previsione un progetto di intervento per rafforzare quell'argine evidenzia - I fondi dovrebbero essere per questo già disponibili per essere spesi, quanto meno per metterlo in sicurezza nell'immediato». Spiega Pizzoli: «Purtroppo l'acqua è ancora abbastanza alta a causa delle maree: Aipo mi ha detto che se il tempo tiene e non c'è vento di scirocco nel giro di qualche giorno dovremmo uscire da questa situazione. Ci stiamo coordinando con il Genio Civile, anche perché si rischia di compromettere la laguna». Nel frattempo Coldiretti Impresapesca, per bocca di Alessandro Faccioli, fa sapere di aver inviato una ricognizione degli eventuali danni subiti dal comparto con la mareggiata della scorsa settimana: «Il conteggio dei danneggiamenti è ancora aperto perché la verifica degli allevamenti di cozze a mare è appena iniziata: abbiamo stimato attualmente un danno di circa 250mila euro e nel mentre abbiamo segnalato la novità odierna di salvaguardare gli orti di vongole in Barbamarco». Faccioli puntualizza: «Questo problema di tracimazione di acqua dolce che travasa ormai sta diventando cronico, tant'è che dovrebbe esserci già un progetto per rafforzare quell'argine - conclude - È risaputo come le vongole necessitino di un ambiente salmastro nel quale poter vivere: se arriva troppa acqua dolce queste si chiudono e vanno in stress, ma arriva un punto in cui hanno necessità di respirare e mangiare e quando lo fanno l'acqua dolce le fa morire».
CAPANNA DEL PAPA
Tutto tranquillo nelle altre zone del Delta. A Corbola se la situazione rimane così sarà salva la cosiddetta Capanna del Papa, rimessa a nuovo da poco dopo essere stata distrutta dalla piena del 2000.
Anna Nani
Ultimo aggiornamento: 15:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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