Simone Bragiotto sul tetto di Parigi: «Ho realizzato il mio sogno»

Il ciclista polesano ha partecipato e concluso la Parigi-Brest-Parigi, la più famosa delle gare sulle lunghe distanze

Venerdì 8 Settembre 2023 di Cristiano Aggio
Simone Bragiotto
«L’immagine più bella che ho e credo che mi rimarrà impressa per un bel po’, è l’arrivo al parco del Castello di Rambouillet, con il pubblico francese, numeroso, ad applaudire di continuo. Ho tagliato il traguardo alle 11, il tempo massimo era alle 14. Bellissimo». 
Simone Bragiotto, 54 anni di Villadose, tesserato con la società Pontecchio Bikelife, ha coronato un sogno, partecipando, concludendola, alla Parigi-Brest-Parigi, la più famosa randonnée (manifestazione per ciclisti che amano le lunghe distanze) che si corre una volta ogni quattro anni, dalla capitale francese all’Atlantico e ritorno da completare in 90 ore al massimo, 1.219 chilometri in sella, con un dislivello totale di 11750 metri. 
Per partecipare alla Parigi-Brest-Parigi, bisogna dimostrare di avere conseguito quattro brevetti ovverosia avere portato a termine le distanze di 200, 300, 400 e 600 chilometri nei primi sei mesi dell’anno della manifestazione. E Simone Bragiotto, prima di partire per Parigi, a maggio aveva coperto la distanza dei 600 km finendo la Rando Imperator Monaco di Baviera-Ferrara. 
GARA DI RESISTENZA 
La regina delle randonnèe (8mila i partecipanti), Parigi-Brest-Parigi, è una sfida con se stessi prima che con gli altri, un’instancabile esplorazione dei propri limiti fisici e psicologici. A far la differenza è, sì una buona preparazione atletica, ma soprattutto la testa e il corretto set up della bicicletta basato sulle specifiche esigenze personali. No gravel, bici da corsa, che Bragiotto ha adattato con un paio di borse, una lungo il tubo superiore del telaio e un’altra sotto la sella. «Cercando di aggiungere il minor peso» .
Ma come ha fatto a gestire il sonno? «Ascoltando il corpo: c’è stato un tratto di 300 chilometri in cui non ho dormito, poi ogni tanto mi fermavo per 1 ora di riposo, sapendo di dover gestire tempi e risposte dal mio fisico».
Ma è l’accoglienza dei francesi, i paesaggi, la corsa notturna a rendere speciale questa gara. «Nei vari paesini tutti attendono l’attraversamento dei ciclisti, giorno e notte, chi è diretto a Brest, a un certo punto inizia ad avvistare chi sta già pedalando verso Parigi, oltre il “giro di boa” dei 600 chilometri». 
LA CORSA IN DIRETTA 
Ma Simone non era da solo, perché virtualmente erano in tanti a seguirlo sull’applicazione “Strava”, un app che monitorizza gli spostamenti e i chilometri percorsi. Da dove nasce la passione per questo tipo di corse? «Ho sempre amato il ciclismo - dice Simone Bragiotto -, un amore trasmessomi da mio zio Giorgio (classe 45’ ciclista Dilettante a fine anni 60 con la Mantovani). Con la partecipazione alla Parigi-Brest-Parigi ho coronato un piccolo sogno sportivo. Al ritorno da Parigi per un paio di giorni sono stato un po’ “sfasato”, poi però ho ripreso con le uscite». 
Con distanze con po’ più “normali”. «Assolutamente, con gli amici della società Pontecchio Bikelife e, più in generale, con chi ama come me questo bellissimo sport che è il ciclismo». 

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