​La rivolta delle mamme: «Il giardino è poco sicuro per i nostri bambini»

Venerdì 31 Agosto 2018 di Andrea Gardina
La rivolta delle mamme: «Il giardino è poco sicuro per i nostri bambini»
ROVIGO - Non poteva non destare stupore, apprensione e un po' di rabbia la vicenda che nei giorni scorsi al parco Maddalena ha visto protagonista sfortunato e involontario un bambino feritosi ad un piede, inciampando su una delle reti che dividono la parte in abbandono dietro l'ex struttura sanitaria, costretto a ricorrere a cure mediche: testimonianza ulteriore dello stato di incuria che regna sovrano nell'area, al centro nei mesi scorsi del dibattito per il potenziale rifacimento tramite la partecipazione al bando statale sulle periferie, congelato a sorpresa dal Governo.
 
SPAZIO FREQUENTATOL'area del parco aperta al pubblico è molto frequentata, specialmente in questi ultimi giorni d'estate dopo il rientro dalle ferie e prima dell'inizio delle scuole, e l'incidente accaduto al bambino nei giorni scorsi è al centro delle conversazioni tra mamme, papà e nonni. «Non mi sento per niente sicura qui - dice una mamma che osserva i figli giocare, il più grande a calcio con gli amici, la più piccola sulle altalene - In passato sono capitati anche episodi spiacevoli, ma quello che più dà fastidio è pensare che vicino ci sono città, anche più piccole di Rovigo, con parchi ben attrezzati e con tutto quello che può servire per stare sereni e in libertà. Non ci sono nemmeno i bagni per noi e soprattutto per i bambini».
SCARSA SICUREZZA«Questa è una colpa del Comune - replica immediatamente un anziano signore che le siede a fianco su una delle panchine - Io in questo quartiere sono nato e cresciuto e questi servizi c'erano, c'era persino l'acqua potabile. Solo che ora si trovano dall'altra parte del parco, che è inutilizzabile. C'era anche un guardiano che vigilava e ora ora non c'è più. Il Comune ha grosse responsabilità».
ANIMALI AL GUINZAGLIOEntrando al parco si viene accolti da due mappe che indicano la dislocazione dei giochi e delle strutture, con annesso un regolamento e una descrizione dei servizi. I bagni vengono citati come presenti e viene richiesto l'obbligo di guinzaglio e museruola per i cani: due questioni particolarmente sentite da più parti interpellate. «Ma a Rovigo avete mai visto un cane con la museruola? - attacca Gianna Previato - Qui vengono lasciati liberi senza tanti problemi e nonostante la presenza di bambini: mio figlio qualche mese fa è stato attaccato da un pitbull. Ovviamente non ci fa piacere nemmeno che ci sia gente che passa da una parte all'altra: mancano i bagni e mancano delle zone all'ombra, soprattutto in estate. Anni fa c'erano alberi secolari sani che sono stati tolti per piantarne di più piccoli che non hanno attecchito bene».
L'AREA PRIVATAQuella della zona chiusa, circa i due terzi restanti del parco, frequentata da skaters, writer, ma anche personaggi poco raccomandabili, come evidenziato qualche settimana fa nel blitz del sindaco Bergamin, è l'altra questione irrisolta. «Finché mio figlio è piccolo e riesco a stargli dietro, e soprattutto resta da questa parte, sono tranquilla - interviene Elisa Mattiolo - Se fosse già un po' più grande non so sinceramente se lo porterei qui. Veniamo in orari in cui mi sento sicura, se mi capita anche solo di dover passare nella strada dietro cerco di non essere mai da sola. Dove c'è un parco con tanti bambini non possono esserci brutture simili. Guardate la recinzione divisoria: tutti quei buchi sono praticamente un'attrazione per i più piccoli».
SERVIZI ASSENTI«È la prima volta che vengo in questo parco - dice Sara Forestan - E' carino, ma vedo che mancano molti servizi utili, su tutti un po' di ombra e i bagni. Sicuramente poi è un peccato non venga aperto tutto». «Ci sentiamo sicure, certo se qualcuno venisse a tirare su quella rete abbattuta sarebbe meglio - affermano in coro Martina Gasparetto e Alessia Rondanin - Alla fine bisogna sempre stare attenti quando si hanno figli piccoli, ma ci piacerebbe poter vivere il parco nella sua completezza, usufruendo pure dei servizi. Non c'è un bagno, ma neppure un bar o un piccolo chiosco con bibite e gelati». «Non possiamo mica sempre tenere chiusi in appartamento i nostri figli, quasi come fossero in carcere - conclude Liana Castello, vicina al figlio che qualche giorno fa ha assistito alla scena del ferimento del bambino - Ma qui c'è un problema di sicurezza e non ci sentiamo tranquilli. Sono anni che vengo in questo parco ed è un vero peccato che, a distanza di tempo, sia ancora in un tale stato di abbandono».
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