Rette delle mense non pagate, bimbi esclusi dal pranzo scolastico

Mercoledì 18 Luglio 2018 di Alberto Luchin
Rette delle mense non pagate, bimbi esclusi dal pranzo scolastico
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ROVIGO - Se non paghi, niente mensa per tuo figlio. Alcune modifiche al Regolamento sulle mense delle scuole rodigine, che verranno proposte in Consiglio comunale entro fine mese, prevedono un maggiore controllo sui pagamenti per la refezione scolastica. Il provvedimento segue le linee dettate dalla Regione. A Rovigo il servizio della mensa per gli alunni delle scuole locali è affidato a una ditta esterna, contrariamente a quanto avveniva molti anni fa che prevedeva cucine e cuochi dipendenti del Comune. Attualmente sono rimaste attive solo poche cucine, giusto per preparare dei pasti in loco, e sono quelle degli istituti Buonarroti, Papa Giovanni XXIII e Bramante, oltre a quella della scuola d’infanzia del quartiere Tassina.  
GLI INTERESSATI
Sono 900 gli studenti che ad oggi usufruiscono del servizio, appartenenti a quattro asili nido, sei scuole d’infanzia, cinque scuole primarie e una sola scuola media inferiore. Fino ad oggi erano ammesse eccezioni nei pagamenti, visto che è capitato spesso a moltissime famiglie di “andare a debito” con i pasti dei propri figli. Ma dalla Regione è arrivato un diktat che impone che i pagamenti siano in regola per poter procedere con la somministrazione del pasto. A tutela dei piccolissimi studenti, invece, sarà introdotto un nuovo articolo che prevede la possibilità ai rappresentanti dei genitori della scuola di controllare il servizio. Con un massimo di tre visite a quadrimestre, potranno entrare durante i pasti a scuola, per controllare se vengono rispettati gli i principi sanitari e i menu a disposizione dei bambini. Non potrà accedere qualsiasi genitore alla sala, ma solo i rappresentanti eletti. Questa decisione è stata presa dal Comitato Mensa, affinchè siano sempre costanti i controlli sulla qualità, specialmente per i bambini con intolleranze o specifiche richieste alimentari che prevedono l’assunzione di un pasto adatto alle specifiche necessità.
“BORSELLINO”
Il pagamento è “a borsellino”, ovvero la famiglia versa una quantità di denaro e poi vengono scalati i costi in base ai pasti di cui il bambino ha usufruito. Finora non si è mai sviluppato il caso per cui si sia bloccato l’accesso del figlio al servizio. Ma è una nuova regola imposta in nome del buonsenso, in quanto rappresenta un paletto, una sorta di richiamo all’attenzione della necessità di rispettare i pagamenti. La contribuzione al costo del servizio di refezione scolastica è determinata in base all’Isee del nucleo familiare all’inizio dell’anno scolastico e rimane invariata durante tutto l’anno. Qualora l’indice del reddito Isee sia inferiore o uguale ai tre mila euro, non è dovuta alcuna spesa, poi aumentale in base alla soglia di reddito appartenenza, arrivando ad un massimo di quattro euro a pasto.
Alberto Lucchin
Ultimo aggiornamento: 08:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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