Luciano Moggi invitato a parlare di sport in piazza: bufera in Comune

Martedì 21 Agosto 2018 di Francesco Campi
Luciano Moggi
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ROVIGO - Quelli che il calcio fa saltare tutti gli schemi politici. A dividere la maggioranza del Comune di Rovigo, superando i confini partitici per costruirne di nuovi incentrati sulle fedi calcistiche, è la presenza in città, domani, di Luciano Moggi, l'ex dirigente della Juventus travolto da Calciopoli, scandalo che ancora non ha una sua scrittura storica condivisa, chiamato a presentare il suo libro Il pallone lo porto io, domani sera nella piazza principale del capoluogo del Polesine. Il suo invito come ospite al Rovigo Sport Festival quattro incontri in tema sportivo con i libri scritti da altrettanti personaggi evocativi come l'apneista Mike Maric, la tennista vincitrice della Fed Cup Mara Santangelo e l'olimpionico di ginnastica artistica Igor Cassina - ha avuto l'effetto di agitare le acque nella maggioranza in Comune come non mai. Perché sì, la fede politica è importante, ma quella calcistica è indubbiamente più radicale: per chi è tifoso, l'attaccamento alla squadra del cuore può diventare qualcosa di morboso. Il bianco e il nero sono i colori che spaccano l'azzurro di Forza Italia, ma anche il verde leghista.

IN CONTROPIEDE Improvvisamente, infatti, nel bel mezzo dell'estate, ecco arrivare l'entrata a gamba tesa del presidente del consiglio comunale Paolo Avezzù, forzista di comprovata fede milanista, sul compagno di partito ma non di squadra Andrea Bimbatti, vicesindaco e assessore allo Sport, juventino sfegatato, fra i fondatori dello Juventus Club Doc Rovigo, reo appunto di aver invitato Moggi. La staffilata di Avezzù è secca e diretta: «Mi sta bene la fede juventina del vicesindaco Bimbatti, precisando che io sono milanista da sempre, ma mi pare almeno inopportuno invitare, come esempio ai giovani per uno sport pulito, chi per anni ha inquinato il calcio italiano. Per usare un termine calcistico, un vero autogol».

LA DOPPIETTA A raddoppiare ci pensa il consigliere Fabio Benetti, leghista che calcisticamente si colloca in area interista: «A questo punto consiglio di invitare al Rovigo Imprese Festival come relatori Tanzi e Cragnotti è la sua bordata - Moggi, di fatto, è stato uno dei protagonisti della pagina più buia della storia del calcio italiano: ennesima scelta non condivisa, ma consapevole, da parte di questa amministrazione di invitare un personaggio che sicuramente avrebbe fatto discutere e creato polemiche. Inoltre non credo venga a Rovigo gratuitamente, quindi viene comunque pagato da tutti i cittadini».

IN DIFESA E se il sindaco Massimo Bergamin, anche lui leghista e interista, al momento fuori città, non sembra intenzionato a gettarsi nella contesa, tocca al vicesindaco Bimbatti giocare di rimessa. Già in occasione della presentazione del triplo appuntamento che si aprirà oggi con Mike Maric, l'assessore allo Sport aveva premesso con atteggiamento tattico prettamente difensivista, che «ovviamente la presenza di Moggi è quella che può anche creare qualche polemica, ma d'altra parte è un personaggio che sicuramente ha segnato delle pagine importanti del calcio italiano, quindi ascolteremo anche la sua versione dei fatti». Troppo poco per dribblare le discussioni pallonare. Visto che la miglior difesa è l'attacco, ecco che, allora, la replica di Bimbatti è tutta proiettata in avanti, ma stando ben attendo a non scoprirsi: «Ritengo banale, innanzitutto, fare riferimento alla mia fede calcistica - dice nella nota ufficiale - poiché sono vicesindaco e assessore allo Sport del Comune di Rovigo e quindi un rappresentante dei cittadini super partes. Luciano Moggi è stato chiamato a raccontare una vicenda negativa del calcio italiano come è stata Calciopoli. Lo scopo è capire come lo scandalo che ha investito il calcio italiano abbia potuto infangare i valori caratteristici dello sport quali lealtà, rispetto e sana competizione. Ritengo che il racconto diretto da parte di uno dei protagonisti di quei fatti possa aiutarci a comprendere certi meccanismi e soprattutto a non ripeterli. Solo attraverso la conoscenza dei fatti è possibile evitare il loro riproporsi, in qualsiasi ambito, nello specifico, in quello sportivo». Uno a uno e palla al centro. Anzi, centrodestra. Ma ognuno con una bandiera diversa.

 
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