Influenza, scatta la corsa al vaccino. Da lunedì in Polesine pronte 100mila dosi

Mercoledì 7 Novembre 2018
Influenza, scatta la corsa al vaccino. Da lunedì in Polesine pronte 100mila dosi
ROVIGO È iniziata lunedì la campagna antinfluenzale 2018-19. Nella stagione passata il sistema di sorveglianza della Direzione regionale Prevenzione aveva stimato in Veneto un totale di 465.037 casi di influenza, e così quest'anno la Regione ha messo a disposizione 100mila dosi di vaccino in più. L'attesa è che si avrà di nuovo a che fare con un'epidemia piuttosto aggressiva. Da lunedì sono disponibili anche in Polesine le prime dosi delle 860mila previste per l'intero Veneto: nella passata campagna antinfluenzale erano state 60mila quelle acquistate per la popolazione a rischio residente in provincia. Sono gratuite, infatti, per diverse categorie: ad esempio, chi ha un'età pari o superiore a 65 anni, medici e personale sanitario di assistenza, i familiari e chi è a contatto con soggetti ad alto rischio di complicanze, gli addetti ai servizi pubblici di primario interesse collettivo e i donatori di sangue. Fuori dalle categorie a rischio, la vaccinazione antinfluenzale è previsto che sia offerta dai datori di lavoro ai lavoratori che per l'attività svolta siano particolarmente esposti al rischio. Chi non rientra in queste categorie, può comprare il vaccino antinfluenzale in farmacia o rivolgersi ai Servizi vaccinali dell'Ulss per ricevere la vaccinazione a un prezzo agevolato.
APPELLO DEI MEDICIL'appello dei medici è di vaccinarsi tra novembre e dicembre: l'influenza è una malattia da non sottovalutare ed è evitabile con il vaccino. Rispetto agli anni precedenti la vaccinazione è in lenta ripresa e oggi nella Cittadella sociosanitaria dell'Ulss 5 sarà presentata la locale campagna vaccinale.
Oltre che per le categorie a rischio, perché il vaccino è importante anche per le persone sane?
«Una persona sana che si vaccina contro l'influenza protegge se stessa e i soggetti considerati a rischio, indipendentemente dal fatto che il soggetto a rischio sia stato o no vaccinato - risponde la dottoressa Tatiana Konecna, medico di base a Rovigo -. Per questo, consiglio il vaccino ai familiari e a chi è a contatto con persone ad alto rischio di complicanze. Il principio è che più sono i soggetti vaccinati, più fatica il virus a entrare nella popolazione. Consiglio il vaccino anche a una categoria di cui si parla poco: molti professionisti e titolari d'attività commerciali non possono permettersi il riposo che serve a guarire dall'influenza, e così continuano a lavorare senza curarsi come dovrebbero, ma poi rischiano le complicanze dell'influenza».
Che rischio c'è di prendere l'influenza anche se si è vaccinati?
«Il vaccino è prodotto in base all'andamento dell'influenza nella stagione precedente e tiene conto della situazione epidemiologica in corso e delle previsioni per i mesi successivi: l'efficacia della protezione dipende, quindi, anche dall'efficacia delle previsioni che sono state fatte sui virus. Però una persona che si è vaccinata e che ha prodotto i propri anticorpi, e per fare questo occorrono 15-20 giorni, nel caso fosse colpita dall'influenza avrebbe più probabilità di soffrirne in modo attenuato».
Un medico che si vaccina è il miglior esempio per prevenire l'influenza: l'Ulss 5 in Veneto è quella con il personale medico e sanitario di assistenza più vaccinato, visto il 68,7 per cento di adesioni alla campagna antinfluenzale della scorsa stagione, mentre la media nelle Ulss del Veneto era al 28,5 per cento.
Stime della Società italiana di Medicina Generale (Simg) indicano invece che tra i medici di base 3 su 4 si sottopongono al vaccino contro l'influenza.
Nicola Astolfi 
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